Un capolavoro di ipocrisia. Così possiamo definire l’intervista rilasciata oggi da Giuseppe Conte al Corriere della Sera. Il motivo? Il pacifismo esasperato del leader del Movimento 5 Stelle, convinto di raccattare più voti schierandosi – in maniera talebana – dalla parte della pace, dimenticando che questo è l’obiettivo di tutti. Certo, con questa linea ha spaventato il Pd di Elly Schlein, ma sempre con questa linea si rischiano figure barbine, perché la storia è la storia e ci mette un attimo a sconfessare Giuseppi.
Basti pensare alle dichiarazione odierne al quotidiano di via Solferino. “Ciò che serve è una efficiente difesa comune europea e non riarmare i singoli Stati. Così si finisce per arricchire le lobby delle armi senza migliorare la nostra sicurezza” la sua visione integralista. E ancora, sulla rivalità della Lega di Matteo Salvini sul pacifismo: “La Lega sostiene con i voti le politiche belliciste del governo, il loro pacifismo di comodo serve solo a dare fastidio a Meloni. Noi invece siamo sempre stati fedeli alle nostre convinzioni, anche quando siamo finiti ingiustamente nella lista dei filo-putiniani. Oggi il velo di ipocrisia è caduto, la coerenza del M5S è evidente e qualcuno dovrebbe chiederci scusa”. Infine, l’annuncio della sceneggiata in mondovisione: martedì Conte sarà a Strasburgo in concomitanza con il dibattito all’Eurocamera sulle conclusioni del Consiglio straordinario sulla Difesa Ue. Conte sarà accompagnato da “molti senatori e deputati del M5S per protestare contro il piano RearmEu”.
In buona sostanza in Italia c’è un unico ed enorme pacifista, Giuseppe Conte. Ma siamo sicuri, sicuri, sicuri? L’autoproclamato avvocato del popolo ne è certo? E attenzione: ci poniamo questo quesito non perché dubitiamo delle certezze contiane. E nemmeno perché il Movimento 5 Stelle all’inizio dell’invasione russa approvò il soccorso militare a Zelensky. I dubbi sono legati esclusivamente a quanto deciso da Conte nel suo periodo a Palazzo Chigi. I numeri non lasciano molti margini di interpretazione, con buona pace della narrazione pentastellata.
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Sapete cosa ci svela il bilancio della difesa durante il periodo di Conte a Palazzo Chigi, ossia dal 2018 al 2021? Ebbene: in quei tre anni il bilancio è aumentato di 4 miliardi, passando da 20 a 24 miliardi di euro. In buona sostanza: il leader del Movimento 5 Stelle oggi ha la medaglia di pacifista, ma durante i suoi esecutivi il bilancio della difesa aumentò considerevolmente. Fu Giuseppi-il-pacifista a istituire il primo fondo pluriennale per gli investimenti nel settore della difesa, 12,7 miliardi in quindici anni.
Ma è ancora più incredibile il dato delle spese per lw armi: il 21 dicembre del 2020 fu lui a dare il via libera al progetto Tempest, relativo all’intesa con Regno Unito e Svezia per la realizzazione del caccia-bombardiere invisibile. Costo iniziale dell’operazione? 6 miliardi di euro. Conte-il-pacifista, l’unico e inimitabile. E ancora, in ordine sparso: nell’ottobre del 2019 acquistò due sottomarini U212 NSF (costo dell’operazione 1 miliardo e 350 milioni di euro), nel novembre del 2019 il governo Conte sbloccò l’acquisto di 27 F-35 (costo dell’operazione 14 miliardi di euro), il 31 gennaio del 2020 acquistò 800 missili spike e 126 lanciatori controcarro (costo dell’operazione 105 milioni di euro). E ci sarebbero molti altri esempi, ma è meglio fermarsi qui per non infierire. Il Conte tutto pace e cessate-il-fuoco è lo stesso che mise quelle firme? O si tratta semplicemente di una presa di posizione mirata a racimolare voti tra chi non vuole la guerra e magari è anche contro Zelensky? I fatti sono visibili a occhio nudo…
Franco Lodige, 10 marzo 2025
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