Politica

Addio terrore sanitario

Covid, svolta del governo: addio bollettino, tornano i medici no vax

La mossa di Orazio Schillaci, neo ministro della Salute: basta dati quotidiani sui contagi e reintegro dei sanitari sospesi

Pronti via, Orazio Schillaci sgancia due bombe. Se ieri il suo collega Ciriani aveva frenato sulla cancellazione delle multe ai no vax (cosa che ci sembrava un passo indietro rispetto al discorso della Meloni), oggi il ministro della Salute infila due colpi da 90. Il primo: addio allo stillicidio del bollettino quotidiano sui contagi del covid, che ormai da due anni abbondanti fanno compagnia alle nostre giornate. Il secondo: reintegro dei medici non vaccinati. “A sei mesi dalla sospensione dello stato d’emergenza e in considerazione dell’andamento del contagio da Covid-19“, si legge in una nota, il ministero “ritiene opportuno avviare un progressivo ritorno alla normalità nelle attività e nei comportamenti, ispirati a criteri di responsabilità e rispetto delle norme vigenti”.

Addio bollettino Covid

Da Viale Lungotevere Ripa 1 intendono procedere spediti. Meloni lo aveva detto: “La scienza non è religione”, dunque bisogna seguire gli scienziati ma senza il paraocchi dell’ideologia. “Pertanto – fa sapere Schillaci – anche in base alle indicazioni prevalenti in ambito medico e scientifico, si procederà alla sospensione della pubblicazione giornaliera del bollettino dei dati relativi alla diffusione dell’epidemia, ai ricoveri e ai decessi, che sarà ora reso noto con cadenza settimanale, fatta salva la possibilità per le autorità competenti di acquisire in qualsiasi momento le informazioni necessarie al controllo della situazione e all’adozione dei provvedimenti del caso”. Il motivo è semplice, checché ne dica qualcuno: una cosa è raccogliere i dati giornalieri (cosa che verrà fatta), garantendo a chi deve prendere decisioni di poterli leggere; un’altra è insiste ogni giorno con la diffusioni di dati che rischiano solo di allarmare la popolazione e frenare la ripresa economica. Ovviamente Walter Ricciardi non è d’accordo (“lascia molto perplesso”), ma la cosa non sorprende: “Ogni deroga” a mascherine, vaccini e igiene, dice, “aumenterà casi, malati e morti”. Mentre per Matteo Bassetti è “giustissimo tornare alla normalità”.

I medici no vax tornano in corsia

Normalità lavorativa che presto sarà realtà anche per quei medici che, non essendoci vaccinati, non potevano recarsi al lavoro perché sospesi. Le norme varate dal governo Draghi scadono il 31 dicembre, ma vista la “preoccupante carenza di personale medico e sanitario segnalata dai responsabili delle strutture sanitarie e territoriali”, Schillaci sta “definendo” un “provvedimento che consentirà il reintegro in servizio del suddetto personale prima del termine di scadenza della sospensione”. Gioiscono i medici non vaccinati, che potranno tornare al lavoro. E anche il presidente dell’Ordine Filippo Anelli considera “di buon senso e saggezza” il ragionamento fatto da Schillaci, visto e considerato che ormai appare chiaro che il vaccino non è sterilizzante sulla tramissione.

Chi non si è vaccinato lo ha fatto a suo rischio e pericolo, ma non mette a rischio il prossimo. “Sono circa 4mila i medici sospesi che potranno tornare a lavorare in ospedale o comunque a disposizione della direzione”, spiega all’Adnkronos. “Noi è da luglio che chiediamo un intervento perché il tempo dell’obbligo vaccinale anti-Covid per i sanitari è finito, vista la situazione epidemiologica e della stessa malattia, che è molto cambiata. Su questo dobbiamo tornare a una normalità, ovvero ad adottare i provvedimenti ordinari previsti dalla legge 81: il direttore generale e il medico competente possono stabilire quali sono le regole di sicurezza e come determinare una corretta gestione del persone negli ospedali”.

Le regole nelle Rsa

L’ultima frontiera, probabilmente, riguarderà altre misure restrittive. Tipo l’obbligo di mascherina nelle residenze per anziani o i divieti che impediscono ai familiari di incontrare i parenti ricoverati faccia a faccia. Lo dice Dario Francolino, presidente del comitato Orsan-Open Rsa Non: “Dal primo novembre cadano tutti i divieti e le restrizioni ancora oggi anacronisticamente presenti nelle Rsa – dice – È inaccettabile che con ospiti che hanno ormai ricevuto la quinta dose di vaccino, e con una situazione tornata alla normalità esistano ancora angherie che non ci consentono di consumare i pasti, di mangiare un gelato o di bere un caffè in struttura con i nostri cari”. Vogliono “smettere di essere considerati degli appestati”. E sperano che Schillaci li ascolti. Il quale intanto, sull’addio alle mascherine negli ospedali, dice: “Adesso vediamo, ci stiamo lavorando, stiamo riflettendo, sempre nel rispetto dei pazienti”.

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