Cronaca

“Da 2 anni parlano i viro-cazzari, adesso censurano Orsini”

L’affondo del parente delle vittime di Bergamo: “In Italia tutti possono avere un’opinione, tranne chi studia”

virologi(3)

di Robert Lingard, esperto di comunicazione, consulente dei familiari delle vittime del Covid

Ieri mi hanno girato un video di un tale Prof. Alessandro Orsini, a cui durante la trasmissione Piazzapulita l’ex direttore de La Stampa e La Repubblica, un tale Mario Calabresi, ha bellamente riso in faccia.

Allora vado a vedere chi è questo prof. Orsini, capace di parlare con estrema scioltezza di scenari strategici di politica internazionale passando dal Venezuela allo Yemen, dalla Siria alla Nord Corea, dagli Stati Uniti alla Georgia.

Questo è quello che ho trovato.

Alessandro Orsini è:
–  Direttore dell’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale della LUISS e del quotidiano Sicurezza Internazionale.
– Professore associato nel Dipartimento di Scienze Politiche della Luiss, dove insegna Sociologia generale e Sociology of Terrorism.
– Membro della commissione per lo studio dell’estremismo jihadista con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri nel 2016.
– Research Affiliate al MIT di Boston dal 2011, dove è stato Visiting Scholar nel Department of Political Science e al Center for International Studies.
– Membro del comitato “scenari futuri” dello Stato Maggiore della Difesa.
– Membro del comitato scientifico della rivista “Studies in Conflict and Terrorism”.
– Membro del Radicalization Awareness Network, istituito dalla Commissione Europea per studiare e prevenire i processi di radicalizzazione verso il terrorismo (2012-).
– Ex-direttore del Centro per lo Studio del Terrorismo dell’Università di Roma “Tor Vergata” dal 2013 al 2016.
– È stato invitato a presentare i suoi studi in numerose università americane. Tra queste Harvard, MIT, Johns Hopkins, Brookings Institution, Trinity College, Boston College, New York University.
Non c’e’ niente da fare.

Si fa tanto parlare di “competenze”, ma nel pollitalico Paese quando uno ha speso una vita a perfezionarsi gli si ride in faccia. Infatti, basterebbe andare a fare la somma di quanti italiani sono emigrati dal 2010 e con quali qualifiche per capire che le competenze in Italia contano decisamente meno della ruffianeria al bravo manzoniano di turno.

Ne sono l’esempio i due anni di viro-cazzari appena passati che, pur non avendone beccata mezza, venivano tutti i giorni sparati su tv, radio e giornali come novelle Vanna Marchi del Covid.
Mentre in UK, in Germania e negli USA i loro colleghi producevano migliaia di pagine di letteratura scientifica di tutto rispetto.

Del resto, in Italia tutti possono avere un’opinione. Tranne chi studia.

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