Politica

Da vignettista vi dico: su Berlusconi satira da frustrati

Beppe Fantin si cucina Vauro e tutti quelli che giocato con vignette insulse e vuote

vignetta Berlusconi

Non è solo la politica a rimanere orfana di un grande uomo come lo è stato Silvio Berlusconi, ma tutta l’Italia. Un impeccabile Toni Capuozzo, nel giorno in cui il Cavaliere ci lasciava ha saputo descrivere con grande precisione la vita di un imprenditore geniale che sapeva pensare, pianificare, progettare, investire e realizzare per poi creare posti di lavoro. Da Milano 2 alla squadra del Milan da Mediaset a Forza Italia. Un uomo che ha dato il via ad un nuovo modo di fare televisione, nessuno pensava che oltre alla Rai potesse esistere altro. Un uomo che ha saputo creare spazi pubblicitari al di fuori del “Carosello” e soprattutto un uomo che con i suoi programmi dava un’alternativa senza canone.

Ma quello che più mi ha colpito sono le dichiarazioni dei nemici politici che hanno parlato di un Berlusconi uomo, vestito di una grandissima sensibilità e sempre pronto a tendere la mano. Mi viene in mente Matteo Renzi che nonostante le guerre in parlamento, dopo il mandato d’arresto dei genitori ha ricevuto una telefonata da Berlusconi che lo tranquillizzava e dopo una chiacchierata si rese disponibile per ogni tipo di aiuto. Di questo grande genio mi colpì soprattutto la grande sensibilità verso i figli, la madre e gli amici. Un uomo allegro, sempre pronto a sdrammatizzare con una barzelletta. Poi arrivano le “delicatezze” dei nemici e le urla di godimento, ma non si capisce il perché.

Silvio Berlusconi Beppe Fantin

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Arriva anche la satira dei frustrati, quelli che gioiscono della sua morte perché finalmente hanno l’ispirazione per una vignetta insulsa arrivata in un momento vuoto e senza idee. Vauro, un uomo che non ha più idee, ogni occasione è buona per ferire, offendere e volgarizzare un fantomatico nemico. È vero che la satira è “protetta” dalla libertà di espressione, ma con le cattiverie questa libertà viene meno e andrebbe denunciata. Ma dove vogliamo arrivare? Ma davvero pensiamo che il nostro paese abbia un futuro? Un paese in cui si gode per la morte di un leader e si lotta per la liberazione di un delinquente rinchiuso al 41 bis reo di aver commesso delle atrocità; un paese in cui la famiglia tradizionale è condannata perché colpevole di pretendere che la normalità sia padre, madre e figli; un paese dove la normalità sono i genitori gay e l’utero in affitto; un paese dove il delinquente è tutelato e chi è stato aggredito condannato; un paese dove chi uccide viene trattato come una star del cinema, condannato e rilasciato dopo qualche anno.

Sarà, ma io che ho vissuto gli anni in cui Berlusconi governava, provo un sottile rammarico e tanta nostalgia. Si stava meglio, si stava bene anzi benissimo e non mi interessa quello che dicono i nemici, i frustrati e gli invidiosi. Silvio Berlusconi era un imprenditore dotato di grande genialità e sensibilità che ha fatto la storia dell’Italia ed ora che se n’è andato questa nazione mi fa ancora più paura.

Beppe Fantin, 16 giugno 2023


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