Politica

Diciotti, soldi ai migranti? Ma nessuno ci ha risarcito per le restrizioni di Conte

I giudici richiamano i principi costituzionali della libertà personale. Chissà quale indennizzo dovremmo chiedere noi per le regole Covid

© koto_feja e Teka77 tramite Canva.com

La stupefacente sentenza della Suprema Corte di Cassazione, che ha imposto al governo italiano di risarcire alcuni migranti clandestini che si trovavano a bordo della nave Diciotti, ci fa pensare che una certa parte della magistratura viva idealmente in una sorta di iperuranio platonico e non nella realtà di un mondo sempre più complesso. Tant’è che in tale iperuranio, in cui la mente viaggia ben oltre la volta celeste, vi albergano esclusivamente idee perfette ed immutabili, raggiungibili solo dall’intelletto, non tangibili dagli enti terreni e corruttibili.

Pertanto in questa realtà parallela fatta di nobili principi, nel quale si aggirano alla ricerca della perfezione eserciti di anime belle, non c’è posto per le nostre pedestri meschinità, come quella legata al sacrosanto contrasto all’immigrazione clandestina, che sulla Terra costituisce un reato. Un contrasto che, vorrei sommessamente segnalare, ogni anno ci costringe a spendere un bel po’ di quattrini del contribuente per sovvenzionare il colossale ambaradan che faticosamente siamo costretti a tenere in piedi, onde evitare di farci travolgere dall’idea folle, molto sinistra, di una accoglienza illimitata.

Ebbene, al danno ora si aggiunge anche la beffa, subendo il paradosso di dover risarcire chi, oltre ad aver commesso un reato sul suolo italiano, è stato salvato e condotto in un luogo di accoglienza sicuro.

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Da questo punto di vista, anche se spesso non apprezzo la demagogia di Matteo Salvini, nel caso in oggetto le sue parole sono da sottoscrivere in toto. “Sentenza vergognosa – commenta l’allora ministro dell’Interno -, perché mi sembra un’altra invasione di campo indebita. Se quel governo riteneva che la difesa dei confini, il contrasto all’immigrazione clandestina e il contrasto al traffico di esseri umani era una priorità, io ritengo che, ad anni di distanza, chiedere che siano i cittadini a pagare per la difesa dei confini di cui ero orgogliosamente protagonista, sia indegno”.

D’altro canto, se i “poveri” eritrei che hanno presentato il ricorso hanno ottenuto un congruo risarcimento – che il giudice ordinario dovrà quantificare – per appena 18 giorni di “quarantena”, cosa si dovrebbe fare per indennizzare l’intera popolazione italiana ai tempi della pandemia, visto che fummo rinchiusi agli arresti domiciliari dal governo Conte-Speranza per due mesi? Oltre ai migliaia di decessi causati dal blocco delle cure ordinarie, ai colossali problemi post-vaccino sperimentale e a molte altre misure liberticide che tanto male hanno fatto alla nostra salute e all’economia?

Evidentemente i sacrosanti principi costituzionali, completamente annichiliti durante i lunghi anni della pandemia, oggi vengono riscoperti per chi, rischiando la propria vita, pensa di trovare in Italia il Paese di Bengodi. Tuttavia, a giudicare dalla summenzionata sentenza, essi non hanno tutti i torti.

Claudio Romiti, 8 marzo 2025

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