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Arriva il 730 precompilato: ecco come funziona

Dal 15 maggio il modulo si potrà accettare o modificare. Attenzione a casa, figli, redditi e bonus. Occhio ai controlli

Immagine generata da AI tramite DALL·E di OpenAI

Da due giorni il 730 online è disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate. La dichiarazione dei redditi precompilata 2025 è consultabile nell’area riservata con SPID, CIE o CNS. L’utente può visualizzare il modello 730 o Redditi, già predisposto grazie a oltre 1,3 miliardi di dati forniti da datori di lavoro, farmacie, banche e altri enti esterni. Dal 15 maggio si potrà intervenire con modifiche o accettare direttamente il modello 730 per trasmetterlo online.

Come accedere e chi può delegare

Per consultare o scaricare la dichiarazione, basta accedere all’area personale del sito dell’Agenzia. È possibile delegare un familiare o una persona di fiducia tramite funzionalità online, PEC o presentandosi a uno sportello. Tutte le istruzioni sono disponibili nella sezione «Info e assistenza» e nella guida aggiornata della collana “L’Agenzia informa”.

Dichiarazione semplificata e scadenze

Anche quest’anno è possibile scegliere la versione semplificata del 730, già adottata da oltre metà dei contribuenti nel 2024, che non richiede la conoscenza tecnica di codici e righi. Le scadenze sono fissate al 30 settembre 2025 per il 730 e al 31 ottobre 2025 per il modello Redditi.

Focus su casa e figli: i controlli da fare

Uno dei punti più delicati riguarda immobili e composizione del nucleo familiare. La precompilata potrebbe non recepire correttamente cambi di residenza, acquisti di case o variazioni nei giorni di abitazione principale. Particolare attenzione va riservata ai bonus ristrutturazioni, che richiedono un’integrazione manuale per far valere la prima rata di detrazione, e agli interessi passivi dei mutui, specie se in parte rimborsati dal datore di lavoro sotto forma di fringe benefit.

Redditi da affitto e nuove aliquote

Dal 2024, per le locazioni brevi si applica il nuovo regime fiscale: 21% per il primo immobile, 26% per i successivi. La precompilata assegna automaticamente l’aliquota più favorevole all’immobile con il canone più alto, ma è il contribuente a dover confermare o correggere.

Figli a carico e bonus nido: occhio alle incongruenze

È fondamentale verificare che tutti i figli a carico, inclusi i nuovi nati nel 2024, siano correttamente indicati. Errori nelle CU, ad esempio in caso di cessazione di un rapporto di lavoro di uno dei genitori, possono generare anomalie. Inoltre, le spese per asili nido potrebbero non comparire se si è usufruito del bonus Inps, essendo i due benefici alternativi.

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I controlli delle Entrate: primo livello

Il primo livello di verifica dell’Agenzia delle Entrate, successivamente alla presentazione del 730, è il controllo automatico, che viene effettuato su tutte le dichiarazioni dei redditi da un sistema informatico che incrocia i dati dichiarati con quelli presenti nell’Anagrafe tributaria, verificando che non ci siano incongruenze o omissioni. I consigli fino a qui presentati sono necessari per superare più facilmente questo primo step.

I controlli delle Entrate: secondo livello

Il secondo livello di verifica è quello formale, che riguarda soltanto alcune dichiarazioni dei redditi, ad esempio quelle in cui mancano i giustificativi delle spese detraibili (come quelle mediche, scolastiche o per ristrutturazioni edilizie), quelle in cui ci dovessero essere discrepanze nei dati inseriti oppure quelle in cui si rilevano modifiche rilevanti rispetto alla dichiarazione precompilata senza spiegazioni adeguate.

I controlli delle Entrate: terzo livello

Il terzo livello di controllo è quello di merito, che viene effettuato sulle dichiarazioni dei redditi quando c’è presunzione di evasione parziale o totale. L’Agenzia delle Entrate, in questo caso, può anche fare ispezioni, inviare questionari o convocazioni al contribuente per raccogliere altri elementi. In ogni caso, quando l’ente di riscossione riscontra un’anomalia, il contribuente riceve una comunicazione, vale a dire una cartella di pagamento, in cui gli viene richiesto un documento o un invito al contraddittorio.

Il contribuente dovrà confrontare i dati contestati dalla cartella di pagamento con la  dichiarazione dei redditi che ha presentato, recuperando tutta la documentazione utile (scontrini, ricevute, fatture, certificazioni uniche, contratti, bonifici parlanti, ecc.) per fornire chiarimenti o integrare la documentazione, tramite PEC, portale dell’Agenzia o andando in ufficio. Il termine è di 30 giorni dal ricevimento dell’avviso. Se il contribuente riconosce l’errore nel 730, può procedere al ravvedimento operoso o aderire alla comunicazione di irregolarità, versando quanto deve pagare (con sanzioni ridotte) nei termini previsti. Se invece il contribuente ritiene che la contestazione dell’Agenzia delle Entrate non sia fondata, può rivolgersi all’autorità giudiziaria tributaria, a partire dalla presentazione del ricorso alla Commissione Tributaria, entro 60 giorni dalla notifica dell’avviso di accertamento o del provvedimento definitivo.

Occorre, infine, ricordare che bisogna conservare tutta la documentazione per almeno 5 anni.

Enrico Foscarini, 2 maggio 2025

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