Nel 2024 il mercato dell’arte mondiale registra una nuova flessione, confermando la tendenza negativa avviata nel 2023 dopo i picchi record del 2022. In un contesto internazionale segnato da instabilità geopolitica e incertezze economiche, la domanda di beni da collezione cala e il fatturato globale si contrae del 26,2% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, dietro i numeri si cela un settore in piena trasformazione, ridefinito da nuove generazioni di collezionisti, dall’interesse crescente per i “Passion Assets” e dall’ingresso ufficiale dell’intelligenza artificiale tra gli strumenti (e protagonisti) del panorama artistico.
“Nel 2024 da un lato si è assistito a un rallentamento delle performance, con il secondo anno consecutivo di risultati negativi rispetto al record storico del 2022, influenzati dalle turbolenze geopolitiche che hanno portato venditori e acquirenti ad una fase riflessiva; dall’altro, il mercato ha iniziato un processo di profonda trasformazione”, spiega Ernesto Lanzillo, Partner e Leader di Deloitte Private.
Nuovi collezionisti, nuovi gusti
L’evoluzione in atto è strettamente legata al passaggio generazionale. Gen Z e Millennial stanno infatti riscrivendo le regole del collezionismo con gusti più orientati verso l’arte contemporanea, il design e i beni di lusso, ma anche con budget più contenuti.
“Le nuove generazioni di acquirenti – in particolare Gen Z e Millennial – stanno progressivamente modificando le dinamiche del settore, ridisegnando il profilo del collezionista,” conferma Barbara Tagliaferri, Art&Finance Coordinator di Deloitte Italia. “Oltre il 30% dei nuovi acquirenti nel 2024 rientra in queste fasce d’età”.
L’intelligenza artificiale entra ufficialmente nel mercato dell’arte
Una delle novità più significative dell’anno è l’ingresso dell’AI come soggetto creativo a tutti gli effetti. Sotheby’s ha battuto all’asta per oltre un milione di dollari un’opera realizzata dal robot umanoide Ai-Da, segnando un punto di svolta nella percezione dell’intelligenza artificiale non solo come strumento di analisi, ma anche come medium artistico.
“L’AI sta quindi assumendo un ruolo sempre più centrale non solo come strumento di analisi e previsione dei trend di mercato, ma anche come nuovo medium artistico,” sottolinea Roberta Ghilardi, Art&Finance Manager. “Tuttavia, emerge anche il rischio di una possibile standardizzazione dei processi creativi”.
Geografia del mercato: New York, Londra e Riyadh
New York resta il cuore pulsante del mercato globale, ma cresce anche l’interesse per il Medio Oriente. Christie’s aprirà una sede a Riyadh nel 2025 e Sotheby’s ha già battuto un’asta a Diriyah. In Europa, Parigi continua a guadagnare terreno su Londra, complice un regime fiscale più favorevole.
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L’arte in numeri: calo diffuso, ma non per tutti
Il segmento della pittura – che rappresenta circa il 70% del mercato – ha subito una decisa flessione del 25,6%, attestandosi a 5,2 miliardi di dollari. In crescita invece il comparto del design, con un aumento del fatturato del 20,5%. In un mercato in difficoltà, “L’empire des lumières” di René Magritte si impone come l’opera surrealista più costosa di sempre, battuta per 121,2 milioni di dollari da Christie’s.
Passion Assets: tra cali e nuovi interessi
Il settore dei beni da collezione diversi dall’arte tradizionale – i cosiddetti Passion Assets – ha segnato un calo del 22,3%, ma con segnali interessanti. I memorabilia sportivi hanno attirato l’attenzione dei giovani: la maglia di Babe Ruth è stata venduta per 24,1 milioni, mentre un paio di scarpe indossate da Michael Jordan hanno raggiunto gli 8 milioni.
Nel mondo dei vini e liquori, pur con una contrazione generale, si è registrato un aumento delle transazioni (+7,9%) e una tenuta del mercato italiano. Per orologi e gioielli, Phillips si conferma leader con una crescita dell’8,3%. Anche la fotografia, sebbene in calo, mostra una selezione più mirata, con un calo del tasso di unsold.
Antiquariato e design: due eccezioni alla regola
Contro ogni previsione, il mercato dell’antiquariato ha mostrato una crescita del 7,5%, a conferma dell’intramontabile fascino dei beni antichi. Il segmento del design da collezione, invece, si afferma come il vero vincitore del 2024: +103,1% dell’indice annuale, trainato soprattutto dai collezionisti più giovani attratti da prototipi e serie limitate.
Italia: un’industria penalizzata dal fisco
Nonostante l’importanza del settore (1,36 miliardi di euro di fatturato diretto), il mercato italiano dell’arte soffre di un sistema fiscale poco competitivo. L’Iva al 22%, la più alta in Europa, mette in difficoltà le gallerie italiane e spinge artisti e collezionisti a cercare soluzioni oltreconfine.
“Per la stessa opera un collezionista pagherebbe fino al 18% in più in Italia rispetto alla Francia”, spiega il secondo Rapporto “Arte: il valore dell’industria in Italia”, promosso dall’Associazione Gruppo Apollo e realizzato da Nomisma in collaborazione con Intesa Sanpaolo.
Lo studio evidenzia come una riduzione dell’Iva avrebbe un impatto moltiplicatore pari a 2,8 sull’economia del settore, generando benefici per l’intera filiera – dai restauratori agli artigiani.
Enrico Foscarini, 21 aprile 2025