Caro Porro, le scrivo per segnalare il disagio dei risparmiatori italiani che detengono titoli sulle borse estere, i cui dividendi vengono tassati due volte, nel Paese del mercato borsistico e in quello di residenza. Appunto l’Italia.
A quanto mi risulta esiste una convenzione generale a livello europeo per impedire la doppia imposizione, ma questa deve essere implementata tra i vari Paesi con convenzioni specifiche. Credo che l’Italia lo abbia fatto solo nei confronti del Portogallo.
La più grande borsa europea è quella di Francoforte, ma manca questa convenzione specifica tra Germania e Italia. Questo, almeno, per gli italiani che detengono titoli sulla Borsa tedesca; non so se viceversa viga la stessa condizione.
Questa situazione ci danneggia in vari modi:
- il cittadino-risparmiatore viene tassato due volte;
- la finanza italiana incassa di meno in quanto l’imposizione avviene solo sul residuo dei dividendi che, per esempio, sono stati precedentemente già tassati in Germania;
- i dividendi inferiori abbassano il PIL del Paese
- i dividendi inferiori abbassano il potere di spesa e quindi l’eventuale IVA ricavabile
Ho segnalato questa situazione anni fa, ma nulla è cambiato. Non so di chi debba essere l’iniziativa in merito, ma sicuramente voi avete le conoscenze per appurarlo e magari stimolare un’azione che dovrebbe allargarsi se possibile anche ad altri paesi europei ed extra europei, in particolare Inghilterra e Stati Uniti.
Grato dell’attenzione che vorrete prestare alla presente, distintamente saluto. Preciso che ho inviato la medesima lettera a [email protected]
Maurizio Tamburini
Imprenditori e investitori grandi e piccoli, “Inchiostro & Affari” è tutto per voi: qui potete leggere lo sfogo di un’impresa meccanica rimasta prigioniera delle sanzioni alla Russia, qui invece la storia di una realtà che non riesce ad assumere perché non trova giovani che hanno voglia di imparare un lavoro.
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