Economia e Finanza

La sfida di sfamare il mondo si vince anche in Borsa

Fonte Schroders

Prepararsi a sfamare una popolazione mondiale destinata a crescere a 11 miliardi di persone entro il 2050 dagli 8 miliardi attuali, senza mettere a repentaglio la lotta climatica. E quindi la sfida di ridurre il surriscaldamento in corso, che già sta creando tanti problemi alle preziose e sempre più scarse risorse naturali del nostro Pianeta. Il rebus non è di facile soluzione. Anche per gli investitori, che nelle loro scelte di investimento non possono non tener conto delle macro-tendenze destinate a cambiare in modo radicale le nostre società e le nostre economie.

La sfida di produrre più cibo

Per esempio, prendendo come parametro il consumo di proteine e calorie raggiunto oggi a livello globale, in futuro potremmo dover incrementare del 50% la quantità di cibo prodotta rispetto a quanto avviene oggi, nota Felix Odey, portfolio manager che segue gli investimenti sostenibili per il big britannico del risparmio gestito Schroders. Ma l’intera filiera dell’alimentazione è già ora responsabile, con le sue emissioni, del massimo surriscaldamento climatico previsto dagli accordi internazionali sottoscritti a Parigi nel 2015.

Agricoltura fattore chiave della sfida climatica

Inevitabile ripensare, quindi, la strategia della lotta climatica, così da tenere conto anche dell’impatto dell’agricoltura e dei sistemi alimentari, oltre che di energia, industria e smaltimento dei rifiuti. Qualcosa comunque sta cambiando. Tanto che all’ultima Cop 28 di Dubai, 130 capi di Stato e di governo hanno riconosciuto la grave minaccia dei cambiamenti climatici sulla capacità del pianeta di produrre una quantità sufficiente di cibo. In gioco ci sono la qualità e la quantità dei raccolti: si stima sia a rischio fino al 30% della produzione, proprio mentre aumentano popolazione e necessità di cibo.

 

Fonte Schroders
“Nei prossimi 30 anni il pianeta sarà chiamato a produrre più cibo di quanto ne abbiamo prodotto nell’intero corso della storia umana. Quindi è un’impresa enorme”, spiega Felix Odey di Schroders

 

Il tesoro dell’acqua

“Nei prossimi 30 anni il pianeta sarà chiamato a produrre più cibo di quanto ne abbiamo prodotto nell’intero corso della storia umana. Quindi è un’impresa enorme”, sintetizza Odey. Senza contare che il consumo di proteine pro capite tende ad aumentare insieme alla crescita del Pil, il che significa che ci sarà ancora più pressione sull’ambiente anche da parte dei Paesi emergenti. A partire dal consumo di acqua e dal problema della deforestazione. Non per nulla, secondo il WWF, il valore economico annuale dell’acqua e degli ecosistemi d’acqua dolce è prossimo ai 58 mila miliardi di dollari, pari al 60% del Pil mondiale. Ma come dimostra la recente siccità che ha colpito il bacino del Danubio, l’equilibrio è quantomai precario.

Investire guidati dalla bussola green

Per investire in Borsa occorre, quindi, un approccio sempre più attento all’ambiente, a creare valore e benessere condiviso anche sul lungo periodo. Tre i cambiamenti chiave in atto su cui concentrare l’attenzione: 1) l’adozione sempre più rapida di tecnologie che rendano il sistema più efficiente dal punto di vista delle risorse; 2) la modifica delle diete dell’umanità, con un progressivo calo del consumo di proteine animali; 3) il crescente pressing a ridurre lo spreco alimentare, visto che a oggi quasi un terzo del cibo prodotto finisce infatti in discarica. Una svolta che darà una mano sia all’ambiente sia alle famiglie alle prese con il caro carrello della spesa. Perché, spiega l’esperto di Schroders, una regolamentazione che permette ai meccanismi di prezzo di riflettere i costi ambientali in modo più accurato favorirà l’adozione di tecnologie che migliorano la resa e l’efficienza delle emissioni di carbonio.

Un’occasione di acquisto?

In sintesi, anche se c’è stato un rallentamento, le nuove tecnologie e la digitalizzazione saranno sempre più abilitanti per agricolture e allevamenti sempre più eco-sostenibili. Certo, nota Odey, potranno esserci degli scossoni in Borsa ma la maratona per l’ambiente non si arresterà. “Abbiamo assistito a una riduzione delle scorte nei settori dei mezzi di produzione agricola, degli imballaggi per alimenti e bevande, degli ingredienti per la tecnologia alimentare e delle vitamine, che potrebbe portare a una ripresa dei volumi di rifornimento delle scorte nel 2024”, conclude l’esperto di Schroders. E i sottosettori del sistema alimentare, tranne poche eccezioni, sono stati scambiati in Borsa “ai minimi di cinque anni o quasi in termini di valutazione”, generando opportunità di acquisto a sconto. Per contro l’indice Msci, che fotografa i listini mondiale, ha messo a segno un balzo del 20% nel 2023. Forse conviene rifletterci sopra con il supporto di un bravo consulente finanziario, senza dimenticare che nel frattempo anche i fondi pensione stanno diventando campioni del clima.

 

Fonte: Schroders
Le nuove tecnologie e la digitalizzazione saranno sempre più abilitanti per agricolture e allevamenti sempre più eco-sostenibili

 

 

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