Esteri

Freedom convoy: i camionisti canadesi “arrivano” in Francia (e presto da noi) - Seconda parte

La protesta in Canada contro l’obbligo vaccinale si allarga. Preoccupato Macron. E si mobilitano anche gli italiani

La risposta delle autorità francesi, anche questa molto prevedibile, è una ferma minaccia di repressione. Così il ministro dell’Interno Gérald Darmanin: “Gli agenti sono mobilitati, ci prendiamo le nostre responsabilità affinché non si possa mai ostacolare la libertà di circolazione”. Il prefetto di Parigi ha vietato espressamente la manifestazione del convoglio della libertà, dichiarando illegale ogni assembramento sulle strade della capitale dall’11 al 14 febbraio. La polizia francese ha comunicato di aver predisposto un non ben specificato “dispositivo specifico” per impedire i blocchi stradali.

Mentre in Italia…

In Italia si sta organizzando qualcosa di simile, considerando che esiste già un gruppo “Italian Freedom Convoy” con più di 17 mila iscritti. Un altro canale social, Freedom Convoy Italia Official Channel, specifica anche le richieste: “Chiediamo: Fine immediata di tutte le misure Corona! Fine di passaporti sanitari, codici QR, app corona e carte d’identità digitali simili! La fine delle leggi emergenziali illegali e ingiustificate che minano la nostra costituzione e prevalgono sui diritti umani! La fine del sistema!”. La manifestazione italiana dovrebbe convergere in quella più vasta europea: convogli da tutti e 27 gli Stati membri confluiranno a Bruxelles, sede delle principali istituzioni dell’Ue, entro il 14 febbraio. Ma anche le autorità cittadine di Bruxelles hanno già annunciato il divieto di manifestazione e la polizia si prepara ad impedire l’accesso ai camion e il blocco delle strade.

In sintesi, il motto attribuito a Voltaire “la mia libertà finisce dove inizia la tua”, viene applicata dalle autorità statali unilateralmente contro una manifestazione per garantire la libertà di movimento dei cittadini. Ma dimenticando che la manifestazione in questione sta dilagando proprio perché, nel nome della lotta alla pandemia, gli Stati stanno negando ogni diritto di libertà. Adesso anche quello di manifestare. Come constata un ottimo editoriale del Wall Street Journal, il vero messaggio della protesta dei camion, è impossibile da fraintendere: “È ora di porre fine agli ordini emergenziali anti-pandemia”. Soprattutto dopo che molti dei Paesi più liberi, fra cui il Regno Unito, stanno eliminando tutte le misure restrittive perché, dati alla mano, considerano che la fine della pandemia sia vicina. Chi resta in gabbia, mentre altri escono, inizia a scuotere le sbarre di questa prigione e chiede di tornare a vivere una vita normale.

Stefano Magni, 11 febbraio 2022

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