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Chi spara proiettili e chi spara balle

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La sinistra dal mito al quotidiano: una riflessione di Barbara Pontecorvo

I terroristi si radicalizzano in galera, mentre le persone di sinistra si radicalizzano nei salotti, dai quali si può uscire anche senza la condizionale. Se non bastasse questo vantaggio, gli si aggiunge anche un altro, che è quello di godere di scorte inesauribili di munizioni, perché mentre i primi sparano proiettili, i secondi ti freddano con le balle.

Anche quando tramontano, delle persone di sinistra rimane qualche cosa di quanto hanno seminato, ad esempio il franchismo, il fascismo e il nazismo, frutto della priorità che hanno sempre impresso alla lotta contro i socialisti. I loro semi si riconoscono anche nella loro condotta quotidiana, perché ora l’egemonia gramsciana si conquista non tanto con lo studio, ma con azioni palesemente rivoluzionarie come quella di salire su un autobus oppure, se si è davvero spericolati, nel decidere di viaggiare nella seconda classe del Frecciarossa, con un’onnipresente aria di sfida.

Le loro leggende sfidano il tempo e giungono fino ai giorni nostri, come quelle dell’illimitatezza delle risorse e dei poteri taumaturgici dello Stato. Col tempo, i miti hanno mutato pelle, ma non la sostanza, laddove alla figura del proletario si è sostituita quella del disoccupato e al lavoro quelle del sussidio. Godono anche di un’eterna giovinezza, perché anche quando veleggiano verso l’ottantina, si autodefiniscono sovente come ragazzi di sinistra.

Poiché Paul Johnson definiva il marxismo come una teoria cospirativa, non si può negare che, anche laddove è miseramente fallito, trasformando il comunismo in capitalismo oligarchico – familista, la sua idea di un complotto universale ha riscosso un grande successo, che si trascina fino ai giorni nostri.

Al secolo breve sono corrisposte delle ideologie altrettanto brevi, ma il seme delle balle è fiorito, soprattutto nei tragici teatri mediorientali dove anche in questi giorni, al confine di Israele, è andato in scena un luttuoso happening, frutto spurio e lontanissimo delle manifestazioni variamente demenziali ma invariabilmente sovversive del sessantotto.

Cos’è rimasto di tutto ciò? soltanto una legge che potremmo all’ingrosso sintetizzare così: tutto ciò che tenta di essere ragionevole è votato al fallimento.