Il Conclave inizierà il 6 sera quando, nella Cappella Paolina adiacente alla Cappella Sistina, presteranno giuramento tutta una serie di personaggi, dal Segretario del Collegio Cardinalizio ai sacrestani passando per medici, infermieri, addetti alle pulizie, capo della gendarmeria e collaboratori. Tutti dovranno giurare, singolarmente, di mantenere il segreto, pena scomunica e licenziamento. Però, alla luce di quanto sta trapelando dalla pubblicazione, scritta e sonora, dei 119 messaggi e telefonate “omissis” durante il processo Becciu il sospetto che far giurare di mantenere il segreto ai gendarmi pontifici, di ogni ordine e grado, sia una ingenua pretesa circola forte tra i cardinali che abitano a Roma e dintorni.
Ad ogni buon conto, anche se non è ancora scattato il “grande segreto” che inizierà il 7 mattina dopo la Messa «pro eligendo Romano Pontifice», i porporati italiani lasciano a casa ogni apparecchio multimediale mentre i cardinali terzomondisti danno prova di grande competenza sociale e pubblicano racconti e immagini di quello che sentono e vedono. E così, con intenti edificanti, si aggiungono notizie interessanti.
I Porporati, dopo la morte del Pontefice, vengono convocati a Roma per ordine del Decano del Sacro Collegio. Però le spese, compreso l’alloggio a Casa Santa Marta, non sono gratis. Cosa abbastanza sopportabile per gli occidentali, difficile per quelli che vengono da Chiese povere e, quindi sempre sui social, si apprende che insieme all’onore di essere al Conclave nutrono anche la preoccupazione per il salasso economico. Qualcuno ricorda che l’allora cardinale Bergoglio, per risparmiare, ripartì per l’Argentina la notte stessa dell’elezione di Papa Benedetto, evitando le spese di attesa della Messa di inizio pontificato. C’è chi promette ai propri fedeli di seguirne l’esempio, fuggendo subito da Roma per risparmiare sulle finanze diocesane.
Luigi Bisignani, Il Tempo, 1° maggio 2025
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