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Il Covid innesca la nuova lotta di classe - Seconda parte

Ora, non si pretende che tutti comprendano i sentimenti e le paure degli altri. Non si pretende che l’editorialista di sinistra capisca davvero (non ne ha gli strumenti) il dramma del ristoratore che ha dieci dipendenti, è stato chiuso per quattro mesi, e negli altri quattro ha avuto incassi inferiori al livello dei costi fissi che deve sostenere. No, non si pretende che gli intellettuali comunisti (di andata e di ritorno) comprendano il mercato e le esigenze di chi vive esposto alle opportunità e ai rischi della concorrenza, della riuscita o di un fallimento. Ma almeno – questo sì – si richiederebbe a tutti un minimo di rispetto e di cautela nei confronti di chi, se non può alzare la saracinesca del suo negozio, non sa cosa mettere in tavola per se stesso e i propri figli.

Daniele Capezzone, 26 ottobre 2020

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