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Il Cts fa la festicciola d’addio: finalmente va all’inferno

Domani ultimo giorno per il Comitato Tecnico Scientifico. Che oggi si congeda con una festa

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Anche noi in questi due anni abbiamo avuto il nostro Politburo. È il Cts, il pomposo comitato tecnico scientifico incaricato di gestire la pandemia dall’inizio di febbraio del 2020: Signore, non perdonarli sia che sapessero sia che non sapessero cosa facevano. Perché mai dai tempi d’Abramo si era vista una tale accozzaglia di burattinai mettere insieme uno simile sfacelo di errori, topiche, cazzate, bugie, cialtronate, bestialità e fuffa assortita. L’ennesimo carrozzone lottizzato, di cui tutti ambivano a far parte, tant’è vero che chi ci stava dentro faceva il bello (per lui) e il cattivo (per noi tutti) tempo, chi ne stava fuori, citofonare Galli, Bassetti, Burioni, Crisanti, si rodeva il fegato.

Cts, la fiera dei fallimenti

L’esordio il 27 febbraio 2020: si naviga a vista, la confusione è grande sotto il cielo, la situazione è eccellente come sempre per Pechino, che ispira le scelte: da lì, un grottesco franare e un gioco di specchi imbarazzante, coi piani pandemici vecchi, occultati, disapplicati, i protocolli per gli ospedali latitanti, i ritardi nell’isolare il contagio, i tamponi agli asintomatici considerati inutili, la barriera di schiuma dei termoscanner agli aeroporti, già stroncati dall’Oms 15 anni prima, il marasma sulla situazione strutturale sanitaria, la progressiva paralisi della medicina di base, i voltafaccia sulle mascherine, gli affari loschi sugli strumenti diagnostici e curativi, la fiera delle vanità, l’esplosione dei cialtroni, le spaccature sulle chiusure, il rimpallo delle colpe, il lockdown più spietato, prolungato e inutile del mondo, le faide interne, le esaltazioni esoteriche dei vaccini, le delusioni dopo vaccini, le ostinazioni sui vaccini, la formula magica “tachipirina e vigile attesa” che avrebbe causato il 98% dei 140 mila morti (adesso si può dire, è ufficiale, l’ha confermato l’Istituto Superiore di Sanità, Franco Bechis, sputacchiato e sanzionato dall’Ordine per averlo scritto, è stato riabilitato con tanto di scuse).

Arroganza di potere

Tutta roba, anzi robaccia, emersa solo oltre un anno dopo con la desecretazione dei verbali.
Fino al degno epilogo, una fuga di notizie, lo scorso 4 febbraio, circa la permanenza della quarantena scolastica. Ma il Politburo sanitario neanche una piega, la pura arroganza di potere che è immune alla vergogna. L’ex capo Agostino Miozzo può dichiarare ai giornali che di errori non ne hanno mai fatti, era la situazione ad essere incomprensibile. Davvero? Sotto il regime sanitocratico del Cts si sono sentite cose turche: “Il greenpass rende gli ambienti sicuri, garantisce ai vaccinati di non contagiarsi, chi non si vaccina muore” (Mario Draghi); “I vaccinati non contagiano, ai novax renderemo la vita un inferno, li perseguiteremo” (Pierpaolo Sileri); “Torturiamo i novax coi tamponi fino al cervello” (Renato Brunetta); “Staneremo i novax casa per casa” (Francesco Paolo Figliuolo).

Le profezie di sventura degli esperti

Per non parlare delle profezie di sventura, degli Abrignani che annunciavano “2500 morti al giorno da febbraio”, i Ciciliano, gli Speranza, i Ricciardi per i quali l’emergenza non è mai finita, vogliono il green pass a vita e intanto la spuntano perché il “ritorno alla normalità” da domani, di normale non ha proprio niente se non l’ordinaria alienazione cui il Politburo ci ha abituati. Mascherine en plein air, in modo demenziale, ancora oggi, omertà criminale sui contraccolpi delle immunizzazioni, a volte letali, clamorosi sfondoni come quello del citato Abrignani, che in souplesse passava dall’assicurare per la terza dose una copertura di dieci anni a una di dieci settimane. E adesso le pressioni, i ricatti per la quarta e la quinta. Ma siamo seri: a prescindere dal grande interrogativo sulla composizione di un siero sperimentale, vi sembra normale assumere quattro, cinque vaccini in un anno? Ma chi si sente di spararsi quattro cicli di cortisone in dodici mesi, per dire? Eppure a tanto siamo chiamati, con il balletto delle discriminazioni e delle imposizioni eversive che non finirà né il primo aprile né il 15 giugno. Ancora oggi si va a Messa mascherati, e cinquecentomila poveri cristi non possono lavorare se non dissanguandosi a forza di tamponi, di corvée umilianti. E il green pass, che come ragion d’essere ha solo se stesso, non lo toglieranno mai davvero.

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