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Il disgustoso insulto a Lampedusa (e all’Italia) nel pezzo di Repubblica

Se oggi fossi il sindaco dell’Isola o un cittadino che ha avuto la sua vita funestata dall’immigrazione sarei indiavolato come una iena

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Questa mattina ho letto un pezzo incredibile su Repubblica. Il titolo è “La nuova rotta delle Canarie“. Incuriosito, decido di approfondire, anche perché l’avevo letto anche nei giorni scorsi di una riduzione del 70% degli sbarchi in Italia perché si stanno cercando altre rotte.

Sentite cosa scrive Repubblica: “Guai a chiamarla la Lampedusa dell’Atlantico, gli abitanti si inalberano: «Qui non lasciamo morire la gente in mare. Per noi il soccorso è sacro, qui salviamo tutti e accogliamo tutti»”. Come? In un quotidiano nazionale una giornalista italiana intervista un signore che si permette di dire che a Lampedusa lasciano morire la gente in mare, mentre per loro il soccorso è sacro alludendo che non lo sia per gli italiani. È una cosa disgustosa. La giornalista sa che questo signore ha detto una scemenza, ma non lo contesta. E allora che cosa dice? “Un appunto che non era però rivolto agli abitanti di Lampedusa, ma alla narrazione della nostra politica”. Scusatemi, questo signore si permette di dire che non vuole essere paragonato a Lampedusa, perché da loro non lasciano morire la gente in mare ed il soccorso è sacro, ma la giornalista dice che si rivolgeva “alla narrazione” e non a Lampedusa?

Se fossi il sindaco di Lampedusa o un cittadino che ha avuto la sua vita negli ultimi anni funestata dall’immigrazione sarei indiavolato come una iena. La nostra guardia costiera ed i nostri militari hanno salvato e accolto migliaia di migranti e oggi ci fanno la morale dalle pagine di Repubblica. Insomma, se volete fare una critica a Salvini fatela, ma non attaccate Lampedusa.

Nicola Porro, dalla Zuppa di Porro del 25 marzo 2024

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