Esteri

Il giallo del vertice tra Trump e Zelensky

Il presidente americano è a Roma per il funerale di Papa Francesco e incontrerà vari leader. Ma la presenza del leader di Kiev resta un mistero

Trump Zelensky

Un incontro? È possibile. Anzi no. Forse. Si tinge di giallo il summit tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky a Roma. Il presidente americano è nella Capitale per il funerale di Papa Francesco in programma oggi e ha confermato che incontrerà vari leader, compreso il primo ministro italiano Giorgia Meloni. Grande attesa per il possibile incontro anche con il presidente ucraino, complici le tensioni degli ultimi giorni sul dossier pace. Ma da possibilità concreta si è scivolati nel mistero.

“Un incontro con Volodymyr Zelensky a Roma? È possibile”: queste le parole di Trump ai reporter della Casa Bianca prima di imbarcarsi sull’Air Force One per l’Italia. Un’apertura importante, considerando le già citate frizioni con il leader di Kiev. E qui inizia il rebus: sì, perchè Zelensky ha affermato che è importante che il Paese sia presente ai funerali del Papa e che, se lui non potrà essere presente di persona, l’Ucraina sarà rappresentato dal ministro degli Esteri e dalla first lady. “Ho diversi incontri militari in programma”, ha spiegato durante un briefing: “È importante per noi che l’Ucraina sia presente alla cerimonia. E non solo per i buoni rapporti con il Vaticano e il suo ruolo nel ritorno dei bambini ucraini e nell’assistenza allo scambio di prigionieri, ma anche per i buoni rapporti personali con Papa Francesco. Per me personalmente, questa è anche un’opportunità per esprimere le mie condoglianze e la mia gratitudine sia al Vaticano che all’Italia”. Alla fine, comunque, ha deciso di esserci.

In serata, parlando con i giornalisti a bordo dell’Air Force One, sono arrivate altre dichiarazioni di Trump, che ha preferito non rispondere alla domanda se è in programma anche un faccia a faccia con Zelensky. L’unica conferma è legata all’incontro con la Meloni, per il resto l’elenco dei leader che vedrà nelle prossime ore resta top secret: “Incontrerò delle persone a Roma e un po’ velocemente, e francamente è un po’ irrispettoso avere delle riunioni quando si è al funerale di un papa. Ma parlerò con le persone, vedrò molte persone”. Ma il tycoon su Truth è tornato a parlare di Ucraina, con un messaggio molto chiaro: “L’Ucraina, guidata da Volodymyr Zelensky, non ha ancora firmato i documenti definitivi sull’importantissimo accordo sulle terre rare con gli Stati Uniti. È in ritardo di almeno tre settimane. Si spera che venga firmato immediatamente. I lavori sull’accordo di pace globale tra Russia e Ucraina procedono senza intoppi. Il successo sembra essere imminente!”.

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Non è ancora chiaro se sarà a Roma o se sarà altrove, ma il confronto tra Trump e Zelensky sarà acceso. In un’intervista al Time il leader della Casa Bianca è tornato a parlare dei negoziati con la Russia e ha ribadito che la Crimea resterà con Mosca. In Crimea “ci sono sempre stati i russi” e “la popolazione parla in gran parte russo”, e comunque è già stata “consegnata” a Mosca dall’allora presidente Barack Obama, ha affermato l’inquilino della Casa Bianca, riferendosi all’annessione della penisola sul Mar Nero da parte di Mosca nel 2014. Ma sulla Crimea Zelensky non sembra intenzionato a fare passi indietro, anzi: ha confermato ancora una volta che la Crimea “appartiene” all’Ucraina e la posizione di Kiev su questo “resta immutata”. Sul punto Zelensky può contare sul sostegno dell’Unione europea, ma non si tratta certamente dell’unica diversità di vedute tra Bruxelles e Washington, basti pensare alle garanzie di sicurezza da dare all’Ucraina, con gli Usa che comunque escludono una sua adesione alla Nato.

Ricordiamo che il dialogo tra Usa e Russia non riguarda solo il dossier ucraino, dettaglio che alimenta le preoccupazioni di Zelensky. Come confermato dal consigliere presidenziale russo per la politica estera Yuri Ushakov, il colloquio tra Witkoff e Putin ha “permesso di avvicinare ulteriormente le posizioni della Russia e degli Usa anche su una serie di altre questioni internazionali”. Riflettori accesi sul nucleare iraniano e sul vertice di oggi in Oman, che segue di sette giorni quello di Roma. Mosca, dal canto suo, ha affermato di volere contribuire a una soluzione negoziata del braccio di ferro.

Franco Lodige, 26 aprile 2025

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