Esteri

Gli ultimatum di Trump a Mosca e Kiev: chi rischia di più

Il tycoon avvisa Putin e Zelensky: “Se una delle due parti si comporta da stupida, siamo pronti ad andarcene dal tavolo dei negoziati”

Immagine generata da AI tramite DALL·E di OpenAI

“Se una delle due parti si comporta da stupida, siamo pronti ad andarcene dal tavolo dei negoziati. Ma spero che non accada”. Donald Trump come sempre non utilizza troppi giri di parole e va dritto al punto sul dossier Ucraina. Il monito a Kiev e Mosca è di quelli muscolari: “Se per qualche motivo, una delle due parti lo rende molto difficile, diremo loro che ‘siete sciocchi’ e ‘siete persone orribili’ e lasceremo perdere”. Un ultimatum forte e chiaro, che né Vladimir Putin né – soprattutto – Volodymyr Zelensky si possono permettere di sottovalutare.

Il discorso è cristallino: gli Stati Uniti potrebbero abbandonare i loro sforzi di mediazione per porre fine al conflitto. Prima di Trump, a lanciare l’avvertimento è stato il segretario di Stato americano Marco Rubio, che da Parigi ha dichiarato: “Dobbiamo valutare nei prossimi giorni se la pace in Ucraina sia realizzabile o meno. Se così non fosse, dobbiamo andare avanti: gli Stati Uniti hanno altre priorità”. Secondo una fonte riportata dalla Cnn, Rubio avrebbe espresso una posizione in linea con quella del presidente Donald Trump, che – a detta della fonte – “non ha una pazienza infinita” e sarebbe “frustrato” per i mancati progressi. Le aspettative della Casa Bianca erano infatti più elevate rispetto alla situazione attuale.

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Trump ha tenuto a precisare che gli Stati Uniti vogliono raggiungere “velocemente” un accordo per la pace in Ucraina, rimarcando la necessità di “salvare le vite” di ucraini e russi che, ha detto, contano nel complesso “2.500 morti a settimana” a causa dei combattimenti. Il tycoon ha inoltre evidenziato che “nessuno si prende gioco di me”, rassicurando sull’autenticità delle trattative in corso e ribadendo di essere certo che “l’accordo si farà”.

Nonostante le iniziali dichiarazioni ottimistiche dell’amministrazione Trump – che, prima del secondo mandato, aveva promesso di risolvere il conflitto in 24 ore – la strada per arrivare a un cessate il fuoco non è delle più facili. E tra Putin e Zelensky quello che rischia di più è ovviamente il secondo, che deve fare i conti con la stanchezza del suo popolo e la superiorità militare dell’avversario. Nelle scorse ore il presidente ucraino ha denunciato nuovi attacchi da parte di Mosca durante il Venerdì Santo: “Così la Russia ha iniziato questa giornata sacra – con missili balistici, da crociera e droni Shahed – prendendosi gioco del nostro popolo e delle nostre città”.

Le richieste di Mosca sono note: il riconoscimento delle proprie conquiste e l’annessione di 5 regioni dell’Ucraina, nonchè il veto definitivo all’ingresso di Kiev nella Nato e la caduta di Zelensky. Quest’ultimo non s’è detto disponibile a trattare sulla sovranità e integrità nazionale dell’Ucraina, rendendo ancora più complicata la trattativa. L’ultimatum di Trump mette indubbiamente pressione su Kiev, dunque, che non può permettersi nemmeno il protrarsi della guerra in modo indefinito per ovvi motivi. Putin non può comunque dirsi tranquillo: trattare con Trump non è una passeggiata nemmeno per lui e a furia di tirare la corda rischia di spezzarla. E sarebbero grossi guai per Mosca.

Dal Cremlino, il portavoce Dmitry Peskov ha confermato che i contatti con gli Stati Uniti restano “piuttosto difficili”, pur ammettendo qualche progresso nei negoziati e menzionando una presunta moratoria sugli attacchi alle infrastrutture energetiche. Più ottimista si è mostrato il vicepresidente americano JD Vance, in visita in Italia, dove ha incontrato la premier Giorgia Meloni. “Ci sono stati sviluppi interessanti nelle ultime 24 ore,” ha affermato, “che condivideremo in privato. Ma siamo fiduciosi che si possa arrivare alla fine di questa guerra”.

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Secondo quanto riportato da Bloomberg, Washington avrebbe già presentato agli alleati una serie di proposte per facilitare un accordo tra Mosca e Kiev, tra cui una bozza con i termini per la fine dei combattimenti e un possibile allentamento delle sanzioni contro la Russia. Tra i dettagli resi noti, gli Stati Uniti sarebbero pronti a riconoscere il controllo russo sulla regione ucraina della Crimea. Parallelamente, proseguono i colloqui tra Stati Uniti e Ucraina per un accordo strategico sulle forniture di minerali critici. Dopo la firma di un memorandum d’intesa, il primo ministro ucraino Denys Shmyhal sarà a Washington la prossima settimana. L’obiettivo, riferiscono fonti diplomatiche, è di completare i negoziati entro il 26 aprile e firmare un’intesa quanto prima.

Franco Lodige, 19 aprile 2024

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