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Il green pass è solo l’inizio. Prepariamoci ad altre restrizioni

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L’aspetto più preoccupante di ciò che sta avvenendo in Italia è il fatto che stiamo cedendo giorno dopo giorno pezzi della nostra libertà: prima il coprifuoco, poi la proroga a oltranza dello stato di emergenza, ora la richiesta di un pass per entrare in un ristorante. Il vero punto della questione non è il vaccino ma il modello di società che si sta costruendo con un controllo sempre più pervasivo della vita dei cittadini e con lo Stato che vuole imporci come vivere. Da ormai un anno e mezzo abbiamo accettato che lo straordinario diventasse ordinario, che l’emergenza si trasformasse in normalità, non rendendoci conto che ogni piccolo lembo di libertà che abbiamo ceduto sarà difficilissimo averlo indietro.

Molte delle misure che sono state adottate per fronteggiare la pandemia, hanno non solo modificato il nostro stile di vita ma la struttura stessa della società con un’evoluzione in senso restrittivo e limitativo che fino a qualche anno fa avremmo immaginato solo nella trama di un romanzo dispotico. Eppure, ciò che ci sembrava impossibile, è diventato realtà in un’escalation crescente, passo dopo passo, restrizione dopo restrizione, limitazione dopo limitazione. L’obbligatorietà del green pass per entrare in cinema, ristoranti e altri luoghi pubblici, è solo l’ultima misura in ordine di tempo ma prepariamoci ad altre restrizioni nei prossimi mesi, in particolare se in autunno dovesse verificarsi un nuovo aumento dei contagi.

Non dimentichiamoci che l’idea del green pass nasce per spostarsi tra i paesi dell’Unione europea, eppure oggi il suo uso è ben diverso. Già qualche mese fa si parlava di un ipotetico utilizzo per gli spostamenti anche all’interno del territorio nazionale ed è probabilmente ciò che succederà nei prossimi mesi. Se si accetta il principio di una misura che lede la libertà come il green pass obbligatorio, si apre la porta a successive restrizioni lesive di altri diritti come per esempio il diritto di lavorare.

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