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Fanno di Salvini un martire. Ecco la verità sulla missione Sophia

Ricevo da un commensale, che parla tedesco, questa bella lettera, che meglio di mille editoriali dimostra la propaganda fatta da un certo tipo di giornali italiani, considerati autorevoli, quando di mezzo ci sono questioni legate all’immigrazione. Ringrazio dunque Franco per il suo appunto.

Caro Nicola, Ti seguo sempre,  oltre che in TV, sul tuo sito (non sono un “millenial”, perché ho quasi 70 anni, e non uso le nuove tecnologie dei cosiddetti “social”: ho ancora un cellulare del vecchio tipo la cui unica funzione è mandare e ricevere telefonate e SMS…

Ti ho già importunato una volta perché anch’io mi faccio la mia quotidiana “rassegna stampa”, inserendoci in mezzo anche i più importanti quotidiani tedeschi on-line conoscendo la lingua per ragioni di famiglia, e siccome un giorno commentando dei fatti successi in Germania eri caduto in un’imprecisione su un personaggio della politica di quel paese mi ero permesso di segnalartela perché ti stimo troppo come giornalista attento e preciso per non metterTi nella condizione di essere possibile oggetto di critica da parte dei, penso, non pochi tuoi detrattori.

C’è sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung (per la Germania come autorevolezza un po’ quello che era il nostro Corriere della Sera tempo fa) un articolo dal titolo più o meno “La Marina ha toccato il fondo” che ci interessa da vicino perché riguarda il ventilato ritiro delle navi tedesche dalla missione Sophia (quella europea sul soccorso ai migranti nel Mediterraneo) e che i nostri “giornaloni” si sono affrettati ad attribuire alla responsabilità di Salvini ed alla sua politica dei “porti chiusi”.

Se si legge bene l’articolo, il ritiro avrebbe ben altre cause, in primis l’inadeguatezza della flotta tedesca, che appare obsoleta come tecnologia e troppo scarsa come numero di navi operative nell’ambito NATO pur essendoci (ma solo in programma) la costruzione di nuove navi, a fronte del più recente impegno della Russia sui meri del Nord Europa, ma anche per i costi da sostenere (sembrerebbe che per disposizioni del ministero della Difesa tedesco gli equipaggi di stanza in Mediterraneo debbano avere un turn over molto ristretto, con tre cambi completi all’anno) che si sommano a quelli analoghi che la Germania sostiene per una missione anti pirateria nel Corno d’Africa, che aggrava la posizione di debolezza della Germania sotto il profilo militare in generale e sul controllo dei mari in particolare.

Vista dalla parte tedesca, quindi, la vicenda non ha nulla a che vedere con la politica di Salvini e la chiusura dei porti italiani alle ONG (nell’articolo non viene mai nominato il nostro Ministro dell’Interno, che pure più volte è stato attaccato in articoli della FAZ in altre occasioni), ed i soliti giornali italiani hanno interpretato i fatti distorcendoli.

È solo motivo di riflessione, non altro.

PS Sono troppo vecchio per correre dietro alle opinioni del primo che passa o, peggio, di chi strilla più forte, anche se sotto copertura delle testate giornalistiche “prestigiose” od “autorevoli”; la cosa che mi dà più fastidio è la partigiana manipolazione dei fatti, non perché non ci possano essere opinioni diverse sullo stesso argomento, cosa assolutamente legittima e da sottoscrivere da chi è autenticamente “liberale”, ma solo per il fatto che le stesse opinioni non siano espresse come tali ed invece spacciate per dati assoluti, prassi che purtroppo è la regola in molti giornali nostrani.

Chi volesse controllare potrebbe farsi un giro sul sito della Faz, nel quale trova l’articolo di Marco Seliger che sostiene quanto notato dal nostro commensale Franco.

 

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