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La minaccia atomica

La minaccia russa: “I 4 casi in cui useremo l’atomica”

L’ex presidente russo Medvedev spiega quando la Russia potrebbe ricorrere alle armi atomiche

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Segnali positivi e pessimi segnali. Le ultime 48 ore ore di guerra in Ucraina si sono dipanate lungo queste due direttive: da un lato, pare che la Russia abbia rivisto i suoi obiettivi militari, puntando sul Donbass (già quasi interamente nelle sue mani) e su Mariupol (che secondo le intelligence potrebbe cadere entro le prossime 72 ore), chiudendo la guerra – per chi ci crede – entro il 9 maggio; dall’altro, nel mondo si moltiplicano gli inquietanti segnali di una escalation mondiale di questa guerra. Putin ha già allertato i suoi sistemi di armi nucleari e Biden ha risposto per le rime, dichiarandosi pronto a usare la Bomba anche come deterrenza verso armi convenzionali nemiche. Se poi si considerano le manovre missilistiche della Corea del Nord, la volenterosa missione umanitaria di Macron a Mariupol e le mire di Pechino su Taiwan, il quadro si fa davvero a tinte fosche.

Certo premere il bottone rosso dell’arma atomica non è questione che si decide di fronte ad un caffè: significherebbe il disastro mondiale, con milioni di morti da tutte le parti. La Russia ha sempre avuto una dottrina decisamente cauta, sin dai tempi dell’Urss: usare l’ordigno nucleare solo di fronte ad una guerra atomica. Da quando Putin è salito al potere, però, Mosca può ricorrere al suo arsenale anche in caso di minaccia con armi convenzionali, così come gli Stati Uniti, almeno per quanto riguarda i missili strategici a lunga gittata. Un alone di mistero aleggia però sulla dotazione a corto raggio, utilizzabile anche in battaglia. Quando può premere il bottone rosso Putin?

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