Cronaca

Guerra e migrazioni

La piccola profuga in lacrime ci ha fregati

Le lacrime di Reem Sahwil davanti alla Merkel commossero l’Occidente. Ecco come s’è integrata: odia Israele

merkel profuga palestinese

Ma quali psicoterapeuti dell’età evolutiva, integrazionisti, nutrizionisti, boldriniani e commissioni Segre contro l’odio, che quando servirebbero, un poco, dormono, dormono. Tutte cazzate. Qui l’unica ricetta per la gioventù, a maggior ragione immigrata, come vedremo subito, ma non necessariamente, è quella di Lino Banfi preside: “Qui, due sono le cose: o si riga dritto o si riga storto. Perché vi spezzo la quinta vertebra della spina dorsale. E camminate storto”.

Piglia il caso de ‘sta libanese, la oggi ventitreenne Reem Sahwil: che posta inni ad Hamas, vuole la Palestina “libera dal fiume al mare”, la formula social per dire il nuovo Olocausto, un mondo de-ebreizzato come si direbbe derattizzato. E questa è una che dall’Occidente infame ha avuto tutto. È quella che dieci anni prima piagnucolava con la cancelliera Merkel, “perché non potete prenderci tutti? Perché io non posso stare qua?”. Aveva paura, la piccina, di tornare tra le grinfie dei suoi salvatori, non voleva rivedere quel campo profughi nel quale era nata e cresciuta, “iih, accoglieteci tutti” e siccome la Merkel, che non è mai stata altro che una politicante feroce, le rispondeva in faccia “nein! Non è possibile!” prima d’infilarle in bocca un wurstel, il mondo si sdegnava: aah, vergogna, non ci sono confini, non ci sono barriere e la solita mercanzia imbecille da libro delle fiabe.

Merkel, come noto, risolse a modo suo: paccate di miliarde al diversamente democratico Erdogan, il turco, per contenere gli arrivi sgraditi – e nessuno in Europa a dire niente, anzi la lodavano: oggi cercano di sabotare Giorgia Meloni per molto meno, l’accordo di Tirana. Nel frattempo la piccola, eroica Reem cresceva, succede, a volte purtroppo, vagava tra Svezia e Germania, e alla fine la spuntava: a Rostock il sindaco prometteva cittadinanza, perché la città, l’Europa, l’Occidente “avevano bisogno di eroi come te”.

Mica tanto. Passata la festa, gabbato lo santo e siccome la riconoscenza non è di questo mondo, e men che meno di quello islamico, ecco la ragazzotta trasformata in una di quelli da cui voleva fuggire. Una erinni che vaneggia di soluzioni definitive, odio all’Occidente (che le sue colpe le ha, altroché se le ha…), morte a Israele, al diavolo gli ostaggi, Hamas trionferà. Musica per le orecchie della sinistra piddina e grillarola. Quanti come lei?

Vai a quel paese, piccola Reem. E ci vada pure la piccola Greta, vestale delle peggiori fuffe sotto l’egida ambientale, che smesse le bionde trecce si è votata lei pure alla causa di Hamas tracciando demenziali convergenze tra ambiente e mondo de-ebreizzato. Cioè è Israele a inquinare, è la peste del pianeta: siamo sempre alla cara, vecchia propaganda hitleriana. Musica per le orecchie della sinistra europea e italiana, ci sono gli scappati di casa di Potere al Popolo che la esaltano e sono rimasti gli unici in un mondo lolitesco che si eccita con le ragazzine in fregola sociale, ma di più social, e appena crescono le molla, ne trova di più acerbe, le vizia e quelle crescono sempre più feroci.

Vai a quel paese, Greta, te e il tuo millantato disagio. E pure quell’altra, anch’essa sui 20 anni, quella Ahed Tamini, assurta alla gloria del mondo per aver schiaffeggiato a 17 anni due soldati israeliani: almeno lei è coerente, crescendo non ha fatto che indemoniarsi e adesso, nel tripudio dei macellari islamisti ma anche di molto Occidente degradato e decomposto, trilla in orgasmo “coloni berremo il vostro sangue dai vostri teschi”, oltre a un catalogo assortito di infamie da ergastolo. Difatti l’hanno arrestata, e ci mancava pure. Sempre avvolta in kefiah ma ipertruccata. Una squallida influencer del terrore.

“Ah, sei intollerante, sono ragazze, si sono radicalizzate qui, è colpa dell’Occidente”; certo, l’Occidente che le ha prese, raccattate, integrate e queste o non si sono integrate o ci hanno marciato e, pur nate in Europa, hanno capito che fare le terroriste da crociata pagava, rendeva. Greta, fin che è durata, girava col codazzo dei bodyguard, come Taylor Swift, veniva ricevuta dal Papa (e va beh, su questo nessuna sorpresa: è organico), dai “potenti della terra” che le avevano “rubato il futuro” e a 20 anni le hanno regalato una fondazione. Tutto questo, predicando odio a raggi fotonici, odio ambientale, odio sessuale, odio ideologico, odio etnico, odio terroristico, con l’esaltazione di Hamas, e tanto delirio, come quando afferma di “vedere la CO2 sui balconi”.

Invece fuori come un balcone ci stava lei, anche se fino a un certo punto. Perché le pagliacciate, le provocazioni sotto gli occhi della polizia e dei media, l’egomania da influencer rivelano una mente magari non matura, ma come minimo in grado di eseguire alla perfezione i compiti assegnati. “Ah, la questione è più ricca, la complessità, sei intollerante, sei sessista”. Ma fai a quel paese. Lino Banfi. La quinta vertebra, e poi tornate nelle braccia di Hamas. Reem, Greta, Ahed. Date loro un’Isola dei Famosi e, forse, guariranno. Se non altro, andare all’Isola comporta un paio di vantaggi collettivi: il primo, si fa la fame; il secondo, dopo, non si possono più avere figli, come disse una volta una frequentatrice seriale, all’apice del suo piccolo squallore.

Max Del Papa, 14 novembre 2023

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