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Le ambasciate Usa sventolano la bandiera di Black lives matter

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La notizia, che fino a qualche anno fa non avrebbe trovato posto neanche in un film di fantapolitica, è che il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha autorizzato le ambasciate e i consolati in tutto il mondo a sventolare bandiere Black Lives Matter in occasione dell’anniversario della morte di George Floyd.

Sul consolato sventola bandiera BLM

In una nota interna, ottenuta e pubblicata dalla Abc News, poi ripresa da alcuni organi di stampa, non tutti, quelli politicamente corretti non sono pervenuti o magari in cuor loro l’hanno anche appoggiata, Antony Blinken ha incoraggiato Ambasciate e Consolati presenti in ogni angolo di mondo “a promuovere obiettivi politici a favore dell’equità razziale e il sostegno alle comunità svantaggiate” citando specificamente il 25 maggio, l’anniversario della morte di George Floyd, e il 19 giugno il Juneteenth, noto anche come Freedom Day, Jubilee Day, Liberation Day o Emancipation Day, il giorno di festa che celebra l’emancipazione di coloro che erano stati ridotti in schiavitù negli Stati Uniti. Il segretario Blinken ha aggiunto (caldamente consigliato) che i dipartimenti debbano usare il termine “Black Lives Matter” anche nei futuri impegni diplomatici con il pubblico straniero.

Insomma, in parole povere, continuare anche all’estero con il lavaggio del cervello e rinforzarlo secondo il sacro politicamente corretto che ci porterà, se non riusciremo ad aprire gli occhi in tempo, a una nuova schiavitù mentale iniziata con quella che a sinistra amano chiamare decrescita felice. Cosa ci potrà mai essere di felice in una decrescita ce lo spiegheranno forse un giorno nel futuro prossimo o lontano.

Rimane che questa è la prima volta nella storia degli Stati Uniti che si autorizza lo sventolio sulle facciate delle Ambasciate o Consolati, o durante cerimonie organizzate ad hoc, di una bandiera non riconosciuta dalle leggi e dall’opinione pubblica, ma quella di un movimento di pensiero con il quale si può essere o meno d’accordo ma che comunque non rappresenta la totalità del popolo americano. Un movimento, i recenti fatti di cronaca sono stati riportati in tutto il mondo, che in molte sue frange ospita estremismi violenti non stigmatizzati a sufficienza.

Era tutto preparato per esplodere

L’assassinio di George Floyd, che ha portato a un processo e a una seria condanna del responsabile, nella sua tragicità non è stato purtroppo un caso isolato, vicende simili se non uguali ne sono accadute molte sia prima che dopo quel maledetto 25 maggio dello scorso anno, tutte infami e tutte esecrabili. Cosa renda l’omicidio di George Floyd diverso da tutti gli altri è un mistero, un mistero che lascia in chi ancora prova a ragionare con la testa e a non farsi trascinare dalle onde anomale della propaganda, la forte sensazione, quasi la certezza, che tutto fosse già stato preparato e che si stesse solo aspettando il casus belli per ‘scatenare l’inferno’.

Esempi recenti, anche importanti, che le cose stiano prendendo una piega pericolosa ce ne sono molti, ma desidero citarne uno in particolare, importante e clamoroso che vede protagonista Lori Lightfoot, il Sindaco di Chicago dal 2019. Lori Lightfoot è diventata famosa per essere, nella storia degli Stati Uniti d’America non era mai accaduto prima, donna afroamericana e anche lesbica dichiarata, due in uno, a ricoprire il ruolo di primo cittadino in una grande metropoli.

La signora, accorgendosi della presenza di troppi bianchi fra i giornalisti che si occupano di Chicago, ha deciso di concedere interviste solamente a giornalisti di colore, cosa che ha scatenato diverse polemiche anche fra gli stessi liberal e democratici, arrivando all’assurdo di combattere il razzismo con un razzismo al contrario, mossa questa che può solamente agitare ulteriormente gli animi degli esagitati e che può portare a ulteriori e più gravi scontri sociali.

Le accuse contro Biden

Tornando alle Ambasciate, ai Consolati e al Black Lives Matter, la decisione del tifo da stadio da consumare sugli spalti delle delegazioni diplomatiche di tutto il mondo potrebbe essere una delle risposte alle critiche che l’amministrazione Biden sta subendo da quando Bridgett Floyd, la sorella di George, dopo che la sua famiglia si è accordata con la città di Minneapolis per un compenso di 27 milioni di dollari per i danni subiti, ha boicottato l’incontro alla Casa Bianca con Joe Biden accusando il presidente Usa di non aver mantenuto la promessa di riforma della polizia.

Riforma che, non è difficile prevederlo, impedirà di fatto ai poliziotti di eseguire il loro lavoro di ordine pubblico con grande sollievo di chi potrà continuare a delinquere con maggiore calma e con la quasi certezza dell’impunità. Spaccio di stupefacenti, sfruttamento della prostituzione femminile, maschile e minorile, traffico di esseri umani, omicidi e chi più ne ha più ne metta, reati che secondo tutte le statistiche si consumano soprattutto nelle periferie abitate dalle comunità afroamericane e soprattutto fra afroamericani, che avranno così modo di aumentare a dismisura.

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