Dopo le cocenti batoste elettorali degli ultimi mesi e le molte figuracce rimediate in campo “diplomatico”, l’ultima appena pochi giorni addietro in occasione dei funerali di Papa Francesco, Emmanuel Macron, presidente della laicissima Repubblica francese, volge le sue ambiziose mire verso il Conclave.
Stando a quanto trapela da ambienti “vaticani”, l’inquilino dell’Eliseo si starebbe infatti prodigando al fine di orientare il voto dei cardinali transalpini presenti in Conclave (ma non soltanto di essi), con l’obiettivo dichiarato di favorire l’ascesa al soglio pontificio del suo connazionale, l’arcivescovo di Marsiglia Jean-Marc Aveline.
Il cardinale francese sarebbe infatti il “preferito” di Macron, il quale vorrebbe provare a riconquistare il terreno perduto in patria e nel vecchio continente proprio partendo dalle Mure leonine. In questo senso, il presidente francese si è già ampiamente mosso nel corso delle sua recente trasferta romana. Prima, lo scorso venerdì, incontrando a cena Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio e vicinissimo al presidente della Cei Matteo Maria Zuppi, anch’egli, al pari di Aveline, dato in queste ore come “papabile” in quota “progressista”. Dopodiché, nella giornata di sabato, il presidente della Repubblica francese ha ricevuto in un pranzo a Villa Bonaparte i vari cardinali d’oltralpe che voteranno in Conclave a partire dal prossimo 7 maggio. I motivi dell’incontro, chiaramente, non sono stati resi noti, ma il tempismo del presidente francese appare quanto meno sospetto, come, del resto, appare fin troppo chiara la sua strategia.
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Lo scaltro Macron ha infatti fiutato che l’arcivescovo di Marsiglia possiede delle buonissime chances di ottenere in Conclave i numeri necessari per spuntarla. Bergogliano doc, recentemente eletto come nuovo Presidente della Conferenza episcopale di Francia (lo scorso 2 aprile), sensibilissimo al tema delle migrazioni (tanto da essere stato ribattezzato il “vescovo del Mediterraneo”), e attentissimo (proprio come Bergoglio) alle “periferie”, il cardinale francese sarebbe, secondo i ben informati, il profilo prediletto da Francesco per raccoglierne l’eredità.
Sarebbe infatti proprio lui, Jean-Marc Aveline, il Giovanni XXIV a cui Bergoglio fece riferimento di ritorno dal suo viaggio in Mongolia. “In Vietnam ci andrà Giovanni XXIV”, ebbe a dire il pontefice nel 2023 in risposta ad alcune domande rivolte dai giornalisti accreditati. Con Papa Roncalli, oltre ad una certa somiglianza fisica, Aveline sembrerebbe condividere anche un certo “aperturismo” sul fronte sociale che avrebbe contribuito ad accreditarlo presso Bergoglio come il candidato ideale per la sua successione. Tutto questo Emmanuel Macron lo ha capito bene, e adesso prova ad anticipare i tempi per intestarsi la candidatura dell’arcivescovo di Marsiglia, speranzoso di riavere un nuovo pontefice transalpino dopo Gregorio XI, l’ultimo dei papi di Avignone, colui che nel 1377 riportò dopo quasi settant’anni la sede papale a Roma archiviando definitivamente l’era della cosiddetta “cattività avignonese”.
Salvatore Di Bartolo, 2 maggio 2025
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