Cronaca

Il virus di Wuhan

L’Oms cambia idea sul Covid nato in laboratorio: “Aperti a ogni ipotesi”

Gli esperti affermano che l’ultima indagine sulle origini del virus non è stata conclusa e servono ulteriori ricerche

Cronaca

Dietrofront dell’Oms sull’origine del Covid. “Aperta a tutte le evidenze scientifiche”, come riporta Al-Jazeera sulla base dei report pubblicati dagli scienziati. Se l’anno scorso, infatti, l’Organizzazione mondiale della sanità, sul tema, aveva concluso che fosse “estremamente improbabile” che il Covid-19 potesse essersi riversato negli esseri umani da un laboratorio, oggi gli esperi affermano, invece, che l’ultima indagine sulle origini del virus non è stata conclusa e che devono assolutamente essere svolte ulteriori ricerche, inclusa la possibilità di un incidente di laboratorio.

Il documento dell’Oms

A dirlo è infatti il documento redatto dalla stessa Oms e pubblicato qualche giorno fa, in cui si afferma che “mancano pezzi chiave di dati per spiegare come è iniziata la pandemia” e che il gruppo di ricerca “resterà aperto a tutte le prove scientifiche che si renderanno disponibili in futuro per consentire un test completo di tutte le ipotesi ragionevoli”. Il dubbio riguarda infatti la storia e cioè il dato oggettivo che molti incidenti di laboratorio in passato hanno causato focolai: da qui la considerazione di dover approfondire in modo più specifico le origine del virus che ha causato 15 milioni di morti in tutto il mondo nei due anni passati.

Una capriola non indifferente, quella dell’Oms, che – nonostante sia stata accusata dall’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump di collusione con la Cina, in quanto avrebbe favorito la copertura delle reali cause dell’origine della pandemia – si trova oggi a rimettere in discussione tutto sulla base di un’analisi povera di dati ed, evidentemente, troppo affrettata.

Wuhan, il silenzio della Cina

Già nel 2021 infatti, era stato proprio un rapporto dell’agenzia delle Nazioni Uniti della sanità ad affermare una conclusione sull’argomento, sostenendo che il Covid-19 probabilmente proveniva dagli animali, i pipistrelli in particolare: quel “probabilmente” che oggi viene messo in discussione in quanto i dati non sono sufficienti a concludere l’indagine.

Il direttore generale dell’Oms, infatti, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha riferito di aver inviato due lettere ad alti funzionari del governo cinese chiedendo maggiori informazioni e i dettagli sui primi casi umani di Covid-19 nella città di Wuhan: su ciò, però, cala il mistero perché non è ancora chiaro se e cosa avrebbero risposto dalla Cina. Sulla base di ciò è proprio l’Oms a ritrattare, smentendo ciò che era stato dato come certo nel 2021 e cioè che “non c’erano prove che suggerissero che ci fosse una connessione a un laboratorio”.

Mancanza di dati

Le prove non ci sono probabilmente, ma perché non ci sono i dati: questa la strada che oggi percorrono gli scienziati. Ed è proprio Tedros che ha riconosciuto quanto sia stato prematuro escludere un errore in laboratorio chiedendo – di nuovo – alla Cina una maggiore trasparenza.
La tempistica, inoltre, non aiuta, come ha affermato Maria Van Kerkhove,  alto funzionario dell’Oms, “più tempo ci vuole, più diventa difficile”,  nonostante abbia ribadito che l’Oms oggi è pronta a continuare a indagare sul caso, non escludendo nessuna possibilità, compresa quella dell’errore umano.

Bianca Leonardi, 10 giugno 2022

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