Politica

Lotta armata e agenti feriti: che scandalo legalizzare Askatasuna

Istituzionalizzare gli antagonisti torinesi: questa l’ultima genialata del sindaco dem Lo Russo

Askatasuna (1)

I ben informati parlano di una trattativa sotterranea che va avanti da mesi, a testimonianza delle vere priorità della sinistra a Torino. Notizia del giorno è l’istituzionalizzazione degli antagonisti: dopo anni di illegalità, il centro sociale Askatasuna si appresta a iniziare un percorso di trasformazione: sì, perchè per il sindaco dem Lo Russo Askatasuna “è un bene comune”. Una definizione quantomeno coraggiosa considerando le cronache degli ultimi anni. L’immobile di corso Regina Margherità diventerà un presidio antifascista e nessuna parola sugli ultimi trent’anni di occupazione: l’idea è quella di creare un “patto di cittadinanza, tra Aska e Comune e altri cittadini per trasformarlo in un bene fruibile da tutti”, ha spiegato lo psichiatra Ugo Zamburru, uno dei promotori di questa iniziativa, con il chitarrista dei Subsonica Max Casacci. Il discorso è chiaro e limpido, purtroppo: “Ci sono delle esperienze da salvare. Ed esperienze comuni da tutelare. Ci sono un sacco di cose che hanno un peso per la città, e una grande importanza sociale”.

In altri termini, la sinistra a Torino si piega alla violenza dei soliti noti. Il centrodestra è su tutte le furie, ma non è solo. ll Pd come può spiegare questo regalo ad Askatasuna alle forze dell’ordine? Può veramente parlare di “bene comune” a chi ha dovuto difendere il cantiere della Tav a Chiomonte, subendo attacchi periodici a colpi di pietre e molotov? Senza dimenticare le violenze in occasione di manifestazioni e cortei. Perché non parliamo dei soliti compagni che perdono tempo alle manifestazioni a scandire slogan o a cantare Bella Ciao: in una sentenza di dicembre, la Cassazione ha parlato di propositi di “lotta armata” coltivati da alcuni militanti del centro sociale attraverso la “preordinata provocazione di contrasti con le forze dell’ordine”. Ecco, Lo Russo legalizza queste persone, le ultime che andrebbero premiate secondo il buonsenso.

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La proposta di legalizzare Asktasuna prende forma da un documento presentato lo scorso 22 dicembre e firmato da “un gruppo spontaneo di cittadini e cittadine”, presentatisi come “eterogenei per interessi, formazione, attività lavorativa”, secondo cui nell’immobile di Corso Regina Margherita è individuato il luogo “in cui intraprendere un’esperienza nel campo culturale e di promozione sociale nell’interesse della società tutta. La comunità è ispirata ai valori dell’antifascismo, dell’antirazzismo, dell’antisessismo e dell’ecologia ed individua nella socialità e nelle forme di aggregazione culturale uno strumento alla base dell’essere comunità, al di fuori delle logiche del profitto e del mercato”. Il progetto prevede l’organizzazione di eventi a tema culturale, una palestra popolare, un laboratorio artistico e così via, con l’obiettivo di ottenere la riqualificazione dell’edificio e allo stesso tempo di garantire la gratuità delle attività senza tesseramenti o azione di registrazioni formali.

Tranchant la presa di posizione del centrodestra. “Contro il vergognoso progetto del sindaco Stefano Lo Russo raccoglieremo in piazza le firme per un Referendum abrogativo cittadino. Chiediamo ai torinesi di appellarsi con noi al Comune di Torino affinché questa scelta scellerata sia bloccata. Per questo lanciamo anche una petizione online su Change.org, con la quale chiunque potrà far sentire la sua voce e dire no alla legalizzazione della violenza politica”, le parole del vice capogruppo di Fdi Enzo Liardo e del consigliere Ferrante De Benedictis. Da Roma è arrivata la stroncatura di Augusta Montaruli: “Se fosse vera la notizia della concessione di Askatasuna agli stessi occupanti che ne avrebbero fatto un presidio per studiare negli anni atti di inaudita violenza politica, saremmo di fronte alla più grave marcia indietro di una istituzione sul fronte della libertà, della democrazia e del pluralismo – l’analisi della vice capogruppo meloniana alla Camera – Mai una parola di pentimento o di scuse o di assunzione di responsabilità abbiamo ascoltato da Askatasuna. Ora il Comune di Torino non si faccia influenzare da persone eccellenti rendendo farsa un tema cruciale e fondamentale come l’antiviolenza. In attesa che emergano spiegazioni puntuali sui criteri di assegnazione dello stabile, presenteremo oggi un’interrogazione urgente al Ministero dell’Interno, che considerati gli evidenti problemi di ordine pubblico e sicurezza costantemente creati dal centro sociale non può essere ignorato”.

Massimo Balsamo, 30 gennaio 2024

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