Esteri

L’ultimo colpo di Biden e i 3 motivi di Israele: perché proprio ora la tregua in Libano

Dopo aver compromesso la stabilità internazionale, il presidente americano mette la firma sul cessate il fuoco. Poi toccherà a Donald Trump

© MarkRubens tramite Canva.com

È arrivato l’ok per la tregua in Libano. Al termine di una lunga riunione del Gabinetto di sicurezza per discutere della proposta di cessate il fuoco con Hezbollah, il premier Benjamin Netanyahu ha annunciato di voler raccomandare l’approvazione del testo. Non è ancora noto quando la tregua tra Israele e i terroristi libanesi entrerà in vigore, ma lo stop dei combattimenti potrebbe scattare domani mattina. La svolta era nell’aria da lunedì, quando il segretario di Stato Usa Antony Blinken aveva ammesso al G7 di Fiuggi: “Siamo alle fase finali”. Netanyahu ha acceso i riflettori su tre ragioni: “Dobbiamo concentrarci sulla minaccia iraniana; dobbiamo rafforzarci e riarmare i nostri eserciti, con armi sempre più moderne; e poi dobbiamo isolare Hamas, perché dal secondo giorno di guerra contava su Hezbollah. Una volta eliminato Hezbollah, Hamas resterà da sola”.

La priorità di Israele è quella di “scongiurare un’arma nucleare nelle mani dell’Iran“, ha aggiunto ancora Netanyahu. Nonostante la conferma della tregua, ieri le forze dello Stato ebraico hanno continuato a martellare Beirut: sganciate bombe anche in zone finora non toccate dai raid, “fra i più volenti e più grandi attacchi dall’inizio dell’aggressione” secondo un giornalista dell’emittente libanese Al-Mayadeen. Come riportato dalla stampa locale, il portavoce dell’esercito israeliano ha emesso una raffica di avvisi di evacuazione per molte aree, a partire dal quartiere commerciale Hamra della capitale, dove alloggiano molti sfollati della guerra. Da qui la fuga di molti libanesi.

Per il momento le condizioni dell’accordo tra Israele e Hezbollah non sono state precisare, ma le prime indiscrezioni parlano di un’intesa su uno stop iniziale dei combattimenti per due mesi, durante i quali l’esercito di Israele dovrebbe ritirarsi dal Libano meridionale e Hezbollah dovrebbe spostare le sue armi pesanti a nord del fiume Litani. Ricordiamo che tra due mesi entrerà in carica Donald Trump, fattore non indifferente per Israele e per l’intero Medio Oriente. Ma non è tutto. Il ritiro delle truppe andrebbe accompagnato parallelamente da un dispiegamento dell’esercito libanese nelle aree vicine al confine, per pattugliare l’area insieme all’Unifil, la forza di interposizione Onu. Verrà istituito inoltre un comitato di supervisione guidato da Usa e Francia per monitorare l’attuazione dell’accordo di tregua e affrontare eventuali violazioni, nonché per verificare l’attuazione della Risoluzione 1701 del Consiglio Onu approvata nel 2006.

“Così come il popolo libanese si merita un futuro di pace e prosperità, così lo merita il popolo di Gaza”, le parole di Joe Biden. Il presidente americano ha evidenziato che i palestinesi di Gaza stanno vivendo “l’inferno, il loro mondo è stato fatto a pezzi”, per poi puntare il dito contro Hamas che per mesi si è rifiutato di negoziare un cessate il fuoco ed ha detto che “ha una scelta da fare”. “L’unica via di uscita è il rilascio degli ostaggi” ha aggiunto Biden, che ha ribadito l’impegno della sua amministrazione per una tregua da Gaza: “Nei prossimi giorni, gli Stati Uniti faranno un altro tentativo con Turchia, Egitto Qatar, Israele e altri per ottenere il cessate il fuoco a Gaza”. In riferimento all’intesa sul Libano, Biden ha spiegato che “questo accordo ci ricorda che la pace è possibile” e ha ribadito l’impegno per creare “un cammino credibile” per la realizzazione di uno stato palestinese.

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E proprio il ruolo di Biden merita una riflessione. L’intervento del leader della Casa Bianca è stato decisivo per la fumata bianca sulla tregua. L’ultimo colpo, un buon modo per congedarsi dopo aver di fatto destabilizzato lo scacchiere internazionale. Sotto la sua presidenza sono scoppiate due guerre: quella in Ucraina e appunto quella in Medio Oriente. Una naturale evoluzione dello spirito a stelle e strisce di sentirsi il poliziotto del mondo, esportatore di democrazia e nemesi delle dittature. Dalla fuga dall’Afghanistan alla tensione esasperata con la Russia, passando per i passi falsi tra Israele, Arabia Saudita e Iran. Biden ha dato forma alla coalizione anti-Occidente e ora mettere a posto i cocci sarà complicato. Ma questa tregua tra Tel Aviv e Hezbollah è sicuramente un fattore positivo. Forse tardivo, anzi sicuramente tardivo, ma positivo.

Franco Lodige, 27 novembre 2024

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