C’è da dire che, come papa è stato rivoluzionario. E anche, ma sì, divisivo, basta scorrere i social per rendersene conto. Sapeva quel che faceva, e fin da subito. Si presentò senza stola e con un “buonasera” al posto del tradizionale “Sia lodato Gesù Cristo”. Scarpe fuori programma, dissero per problemi ai piedi. Come se il calzolaio pontificio non fosse stato in grado di provvedere a tambur battente. Alloggiò in un residence, si disse perché non amava star solo, come se negli appartamenti pontifici non avesse potuto procurarsi tutta la compagnia che voleva. No, seguiva un piano preciso, e lo dichiarò più volte: “Avviare processi”. Sì, ma verso dove? Qual era il traguardo che aveva in mente?
Certo, un rinnovamento della Chiesa, è chiaro. Ma verso quale modello? Un modello “bergogliano”, come tutti, sia tradizionalisti che progressisti, sono stati costretti, ciascuno dal proprio punto di vista, ad ammettere? Be’, ogni novatore procede secondo quel che ha in testa, non c’è di che meravigliarsi o, a seconda del partito, scandalizzarsi. Il suo procedere “due passi avanti e uno indietro” (ipse dixit), Pachamama e antiabortismo, ecologismo e no-gender, tre colpi al cerchio e uno alla botte, un magistero affidato più alle interviste aeree che al documento ufficiale scritto, e lo scritto affidato più alle note a piè pagina che al testo, le foto ilari e gioiose coi capi di stato di sinistra e quelle a muso cupo con quelli di destra, le nomine cardinalizie fuori dagli schemi e il lasciare senza porpora le sedi storiche, i silenzi tombali con quei porporati che gli chiedevano chiarimenti, i selfie con le folle e la predilezione per i detenuti a scapito di altre categorie, l’ossessione sinodale… E si potrebbe continuare.
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Insomma, piacciano o meno, i “processi” da lui avviati sono in atto e, parafrasando l’Antonio scespiriano sul cadavere di Cesare, si potrebbe dire: “Processo, tu sei avviato, prendi il corso che vuoi”.
Ora comincerà il balletto del conclave, anche questo da lui preparato secondo il suo progetto avendolo riempito di sue creature e provveduto ad emarginare quelli che non erano con lui d’accordo.
Che cosa resterà del pontificato argentino? La modifica al Padrenostro, forse. Se mi è consentita una profezia, il suo successore si chiamerà Francesco II e proseguirà nella rotta tracciata. Una rotta misteriosa, che salpò con le sconcertanti dimissioni di Benedetto XVI e ci ha portato, finora, in una situazione molto liquida, suscettibile di ulteriori colpi di scena. Che Dio ce la mandi buona.
Rino Cammilleri, 22 aprile 2025