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Meglio un Draghi senza Speranza (e Arcuri) - Seconda parte

Per capire dove andiamo bisogna ricordare sempre da dove veniamo. Ebbene, veniamo da una stagione di demagogia e di giustizialismo in cui i due governi precedenti, con la maggioranza relativa nelle mani del M5s, aveva condotto l’intero Paese – dunque, non solo il governo – dritto dritto verso una sorta di suicidio collettivo. Ora abbiamo cambiato strada. Questo è già un risultato. Quanto alle solite storie politicanti della cronaca partitica italiana – che cosa farà Tizio e cosa Caio, cosa farà Di Battista e quanto conta davvero il sovranismo di Salvini – lasciano il tempo che trovano.

È più importante notare, invece, che il movimento rivoluzionario di Beppe Grillo aveva fatto della retorica dell’anticasta la sua bandiera irrinunciabile ma lo stesso M5s è diventato la nuova casta, tanto che Luigi Di Maio è stabilmente al governo con il Conte I, il Conte II e il Draghi. Forse, in questo è davvero l’unico draghetto in circolazione: il draghetto della casta.

Giancristiano Desiderio, 15 febbraio 2021

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