Politica

Meloni: “La libertà non ha prezzo. Ora spese in Difesa al 2%”

Il premier al question time al Senato: “Necessario costruire un pilastro europeo della Nato. Italia protagonista in politica estera”

meloni

“Lo dico da patriota: la libertà non ha prezzo, nel 2025 spenderemo in difesa il 2% del Pil”. Queste le parole di Giorgia Meloni nel corso del suo intervento al Senato rispondendo alle opposizione durante il premier time. “Mantenere gli impegni è fondamentale per farsi rispettare” ha analizzato il primo ministro, che ha acceso i riflettori sulla Nato: “L’Italia e l’Europa devono rafforzare le proprie capacità difensive per rispondere alle responsabilità cui sono chiamate anche in ambito Nato: lo ribadisco in questa sede con la coerenza di chi da patriota ha sempre sostenuto un principio semplice, cioè che libertà ha un prezzo e se fai pagare a un altro la tua sicurezza non sei tu a decidere pienamente del tuo destino e non c’è la possibilità stessa di difendere appieno i propri interessi nazionali”.

“Questa convinzione mi ha spinto a credere nella necessità di un pilastro europeo nell’alleanza atlantica da affiancare a quello statunitense” ha aggiunto la Meloni, che ha invitato l’alleanza atlantica a dare particolare attenzione al fianco sud, definito “importante in un momento di minacce ibride”: “Rafforzare la difesa non significa solo incrementare gli armamenti ma anche protezione delle catene del valore, cybersicurezza e presidio delle infrastrutture”.

La Meloni si è anche soffermata sulla politica estera del suo governo e ha posto l’accento sulla sua identità chiara e sul protagonismo che “ha smentito chi aveva profetizzato un isolamento italiano”. “Sono soddisfatta della presidenza del G7, del tentativo che continuiamo a portare avanti di tenere uniti Ue e Stati Uniti, solo insieme Occidente all’altezza sfide attuali. Siamo e continueremo a essere sempre al fianco dell’ucraina, sosteniamo gli sforzi usa per una pace giusta e duratura” ha proseguito il premier: “Rinnoviamo l’auspicio che la Russia voglia dimostrare concretamente la volontà di costruire la pace perché Kiev l’ha già fatto”.

Per quanto concerne il Medio Oriente, il governo è attento e appoggia il lavoro che i Paesi arabi stanno portando avanti: “Contribuiamo al mantenimento della pace in molte situazioni di crisi. Il nostro ruolo principale deve essere quello di contribuire alla rinnovata centralità del Mediterraneo. Penso che il concetto di Mediterraneo allargato deve lasciare lo spazio a quello di mediterraneo globale”. L’ultimo dossier è quello relativo alla crisi tra India e Pakistan: “Il governo sta seguendo l’evolversi della situazione, siamo pronti a riferire in Parlamento”.

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Passando al tema energia, la Meloni ha evidenziato che nell’ambito della visita a Washington, Italia e Stati Uniti hanno sottoscritto una dichiarazione che dice “che vogliamo rafforzare la nostra cooperazione in campo energetico, chiaramente a noi serve anche per continuare quel cammino di diversificazione delle forniture che è stato avviato dall’Italia all’indomani della guerra d’invasione russa in Ucraina, grazie a questa scelta oggi noi siamo la nazione con il più variegato mix di fonti di approvvigionamento esterno”. La leader del governo ha rimarcato che gli Usa rappresentano già il secondo mercato di origine del GNL importato in Italia, con oltre 5 miliardi di metri cubi importati nel 2024: “Partiamo quindi dalla collaborazione consolidata che è iniziata con l’amministrazione Biden e che quindi difficilmente può essere venduta come un favore che si sta cercando di fare a Donald Trump perché nelle cose bisogna anche essere coerenti, io penso che sia importante per l’Italia mantenere un’ampia diversificazione delle forniture ma non ci sono impegni in questo senso”.

Soddisfazione anche per quanto concerne i dati dei conti pubblici. “La promozione di S&P” rappresenta “l’ennesima riprova del lavoro di un governo che è stato in grado di ridare all’Italia la serietà e conseguentemente l’attrattività che merita. Penso che sia un’altra smentita per coloro che avevano preconizzato conseguenze catastrofiche per i nostri conti pubblici se il centrodestra fosse arrivato al governo, perché i fatti e la storia di questi due anni e mezzo raccontano tutt’altro” ha analizzato la Meloni. L’Italia, ha aggiunto, si presenta in modo credibile di fronte a un quadro economico e finanziario che è oggettivamente molto complesso con “una credibilità che non riconosco io, che riconoscono i mercati, gli investitori e i risparmiatori”. Emblematico il ritrovato appeal dei titoli pubblici italiani, l’ottimo andamento della borsa di Milano e lo spread “che piaceva tanto come elemento di valutazione: oggi è più che dimezzato rispetto a quando ci siamo insediati”.

Non è mancato un botta e risposta infuocato con Matteo Renzi. “Dimissioni in caso di sconfitta al referendum? Non farò mai niente che abbia già fatto lei” l’ironia del premier. Il leader di Italia Viva ha poi replicato: “Ha detto che non farà ciò che ho fatto io. Nel 2015 in Tv disse che tra Putin e il presidente Mattarella stava dalla parte del presidente russo. Tra lei e Putin io sto dalla sua parte, perché sono un patriota vero che crede all’Italia. Lei oggi ha perso all’ennesima occasione per rispondere nel merito e ha continuato con l’aggressione personale”.

Franco Lodige, 7 maggio 2025

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