Nel 1999 l’Editore Leonardo Facco pubblica, nella sua collana “Laissez-faire”, un libro di interviste a cura di Alberto Mingardi dal titolo Estremisti della libertà: dialoghi sul libertarismo nell’epoca di internet. Nella prefazione a quel volume Sergio Ricossa ricorda come il fermento libertario che si respirava nella prestigiosa Mont Pèlerin Society si contrapponesse al clima provinciale di un’Italia refrattaria al pensiero libertario e liberista, e sempre pronta a strangolare il liberalismo e gli esponenti della cultura liberale, con i tentacoli delle peggiori ideologie stataliste e autoritarie.
Scriveva Ricossa: “Per mia fortuna, a Torino viveva Bruno Leoni. Nella cultura torinese, Bruno leoni era un corpo estraneo. Ma il carattere del personaggio gli consentiva di ridere degli attacchi, mai frontali, sempre ipocriti, che gli portava l’intellighenzia della sua e mia città. Quale segretario della Mont Pèlerin Society, egli era in contatto con i centri universitari di tutto il mondo, in particolare del mondo anglosassone, ed era amico di molte personalità scientifiche già premiate con il Nobel o in procinto di riceverlo. Leoni amava Torino ma non si illudeva che fosse di più di una piccola città di provincia, con orizzonti culturali limitati nel campo delle cosiddette scienze morali. Quando, bontà sua, mi introdusse nella Mont Pèlerin Society, anch’io compresi che, se lo spettacolo di Torino, e perfino dell’Italia corrotta e dell’Europa senile, era deprimente, ben diversa era la vista a scala planetaria. L’occasione di alcuni viaggi negli Stati Uniti, paese immenso, giovanile e onnicomprensivo, mi confermò che potevo concedermi una certa dose di ottimismo nel futuro” (Estremisti della libertà: dialoghi sul libertarismo nell’epoca di internet Leonardo Facco Editore – Treviglio, 1999).
Scritte un quarto di secolo or sono, queste parole risultano preveggenti e ancora attuali ai giorni nostri, in cui un’Europa “senile” arranca sommersa da regolamenti burocratici mentre altrove un’America innovativa costruisce colossi informatici, reti satellitari e razzi spaziali, posizionandosi letteralmente su un altro pianeta! Anzi, bisognerebbe dire “le Americhe”, perché, quasi a confermare quella certa dose di ottimismo per il futuro che Ricossa preconizzava, in Argentina stiamo vedendo un presidente muoversi su binari libertari. Il professor Milei è docente di economia e conosce, citando a memoria, l’opera e il pensiero dei grandi economisti e pensatori liberisti e libertari, a cominciare dal Nobel Friedrich Von Hayek; inoltre, sta conducendo una battaglia contro le ideologie stataliste e autoritarie, chiamando a raccolta la variegata ed eterogenea galassia libertaria sparsa sul pianeta, lottando contro le mistificazioni che continuamente vengono fatte nei confronti delle teorie liberali, liberiste e libertarie.
E ancora una volta le parole di Ricossa risuonano quasi profetiche: “Nella Mont Pèlerin Society si era e si è senza eccezioni libertari, almeno nel senso che ognuno si classifica come gli pare: de gustibus… E penso molti accetterebbero senza paura la qualifica di anarchici, purché anarco-individualisti. Io fra quelli. L’importante è porre una enorme distanza fra noi e i liberal-socialisti o socialisti liberali, per non dire dei comunisti liberali, dei nazionalsocialisti liberali, dei fascisti liberali. Questi mostri conviene tenerli lontani. Appartengono alla teratologia, non alla filosofia morale. Indicano che la testa umana è suscettibile di accogliere le contraddizioni più esplosive e repellenti, credendosi tuttavia razionale. Anzi, proprio i razionalisti ad oltranza, che per lo più finiscono nella pazzia o nella tirannide (nella pazzia e nella tirannide), amano imbellettarsi con sostanze da loro chiamate ottimi collettivi, massimi di felicità sociale, armonizzazione universale, illuminismo totale, trionfo dell’Uomo, e via trombonando. Essi ci offrono il ritorno a un paradiso terrestre di perfezione utopica, troppo bello perché noi si abbia il diritto di rifiutarlo, tanto bello da dar loro il diritto di imporcelo”. [Ibid]
Oggi come allora è necessario opporsi al dilagare di fenomeni politici ed economici appartenenti alla teratologia. Si riparta dalle fondamenta del progresso: Viva la libertad, carajo!
Fabrizio Bonali, 19 gennaio 2025
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