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Perché il “bene comune” non giustifica il super green pass

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Il costituzionalismo italiano è al limite della barzelletta. Una costituzione ha il suo senso nella limitazione del potere statale. I costituzionalisti italiani, invece, posti dinanzi alla questione “Stato o libertà individuali” giustificano sempre l’aumento del potere statale. Fanno uso di un concetto spinoso: il “bene comune”.

In realtà, è il bene dello Stato che prevale su cittadini, individui, persone. Ed è proprio qui che i costituzionalisti – almeno loro – dovrebbero essere cauti e rigorosi, perché gli Stati sono creature anti-eroiche ed economiche, non certo morali, ed hanno viscere di bronzo. Invece, son sempre lì a giustificare non il limite del potere ma il suo aumento e arbitrio. Come se fossero anti-costituzionalisti.

Comunque, volevo dirvi che più ci sono divieti, censure, strette – sì, dicono proprio così: strette – più i giornali e i telegiornali con entusiasmo approvano e quindi è tutto un super green pass o maxi green pass, un obbligo di terza dose per più categorie, un escludere, un discriminare in nome della salute pubblica senza vera responsabilità di Stato. In pratica, un regime autoritario auto-imposto.

Comunque, volevo dirvi anche un’altra cosa. Questa: ricordo che si disse che si adottava il green pass per non chiudere più. E il coro aggiunse: sì, che bello, così non chiudiamo più perché è il vaccino che ci rende liberi. Ecco, vedete, se uno cerca la libertà in qualcosa di esterno, in una concessione, in un’autorizzazione, in un lasciapassare, in un sistema protettivo, vuol dire che ha già accettato di non essere libero.

Giancristiano Desiderio, 25 novembre 2021

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