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Redditometro, ecco cosa non funziona - Seconda parte

Il punto è che forse, a tale riguardo, bisognerebbe cambiare radicalmente l’impostazione. E, invero, quando dalla teoria si passa alla pratica la questione si fa estremamente più complessa e, nello specifico, anche delicata. E, invero, il contrastare l’evasione, con procedure accertative di massa basate su metodo presuntivo, è tecnicamente impraticabile se non sai anzitutto essere accuratamente selettivo nella scelta dei soggetti da controllare. La via maestra, pertanto, è di focalizzare l’attenzione unicamente sulle maxi-spese in modo da intercettarle ed incrociarle operativamente con i soggetti aventi la maggiore distanza reddituale. Per poi procedere, previo contraddittorio e/o altri meccanismi definitori, all’accertamento secondo buon senso, come da decenni la legge vigente ben consente (con o senza redditometro).

Il 10 dicembre 2011, sul quotidiano il Sole 24 Ore, le Entrate resero noto che all’epoca un quarto degli intestatari di veicoli di lusso dichiarava al Fisco meno di 20 mila euro. A distanza di oltre dieci anni mi chiedo se frattanto sia stata avviata un’azione diretta a contrastare questo gap. Qui di seguito la consistenza complessiva all’epoca ivi riportata dei mezzi di lusso, che aiuta a comprendere la portata del fenomeno:

– 594.350 vetture oltre 185 kW di potenza effettiva
–  99.079 natanti
–  2.012 aeromobili.

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