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Regionali: per il centrodestra, un pareggio amaro (e un autogol sul referendum) - Seconda parte

Qualcosa poteva essere fatto meglio? Forse. Nelle due regioni dove la scalata era più ardua, in realtà, bisognava anche fare i conti con le strutture di potere consolidate dalla sinistra: nel caso della Toscana, parliamo di una rete tentacolare vecchia di mezzo secolo. Il dato più amaro, a essere sinceri, è quello che viene fuori dal referendum. Se è vero che il sì l’ha spuntata soprattutto grazie agli elettori di centrodestra, significa che probabilmente i leader della coalizione, temendo che una campagna per il no sarebbe stata un autogol, hanno comunque servito un assist agli avversari.

La riforma costituzionale apre, infatti, un acquitrino politico nel quale gli anfibi giallorossi sguazzeranno. Giocarsi il tutto per tutto poteva essere peggio? L’elettorato avrebbe disobbedito alle indicazioni dei partiti, come in effetti ha fatto quello di sinistra, tra il quale ha prevalso il no, contrariamente alla posizione del Pd? Può darsi. Fatto sta che il pareggio, per la destra, somiglia a una sconfitta. Che complica enormemente la prossima, delicatissima partita: quella per il Quirinale.

Alessandro Rico, 21 settembre 2020

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