Repubblica e la Schlein, Schlein e Repubblica. Oggi devo dare un premio straordinario al più grosso reportage che leggete sui giornali italiani. Spero che siate tutti concentrati perché vi voglio far leggere cosa ha scritto Brunella Giovara.
Voi direte, “chi ca*** è?”. Bene, Brunella Giovara è una giornalista di Repubblica. Neanche io la conoscevo, ho digitato quindi il suo nome dopo aver letto il suo pezzo e ho visto che ha vinto un premio giornalistico. Il premio si chiama “Premiolino”, insomma la cagata delle cagate. Sapete come la penso su queste cose: se uno vince un premio giornalistico o non lo accetta o, al massimo, lo deve nascondere.
Alcuni non riescono a rifiutarlo, me ne rendo conto. Il risultato è che quando si digita Brunella Giovara l’unica cosa che si trova è che ha vinto il “Premiolino” con una motivazione che fa rotolare per terra dalle risate, ma nulla rispetto al suo pezzo su Repubblica. Ve lo devo leggere perché non l’avrà letto nessuno se non un pazzo tossicomane come me che stamattina si è svegliato alle quattro e mezza.
“La Schlein entra, infine, in Piazza Duomo in trionfo, come la Madonna Pellegrina. E qui ovazioni, grida di giubilo, urrà. Ma anche prima la ragazza con il fazzoletto rosso raccoglie, riconoscente e felice, tutto l’entusiasmo milanese e lombardo e anche qualche lacrima dai più nostalgici. È vero.” Così scrive Brunella Giovara, giornalista di Repubblica nonché vincitrice del “Premiolino”, non una giornalista al soldo di Mao Tse-Tung.
Da vicedirettore del Giornale, mi è capitato di leggere tante marchette fatte dai miei colleghi, ma se avessi letto un pezzo dove si paragonava Berlusconi alla Madonna Pellegrina, non avrei avuto problemi a “prendere a calci” chi l’avesse scritto. Ma si può scrivere una cosa di questo tipo? Prima di pubblicarlo, qualcuno ha letto questo articolo? Una può anche essere pazza per la Schlein, ma paragonarla alla Madonna Pellegrina mi sembra un tantino esagerato.
Nicola Porro, dalla Zuppa di Porro del 26 aprile 2o23
