Economia

Il caro energia

Rigassificatore di Piombino, la svolta di Meloni: “Cosa faremo”

La città è contraria ad ospitare in porto la nave per il Gnl. Il sindaco di FdI pure. Ma ora la Meloni apre

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Visto che ci siamo occupati più volte di Piombino e del suo rigassificatore, ci pare giusto dare questa piccola grande notizia che riguarda Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni. Sapete che il partito candidato a diventare prima forza politica del Parlamento esprime il sindaco della cittadina toscana in cui Snam e il governo vorrebbero piazzare la nave Golar Tundra che trasforma il gas naturale liquido (Gnl) in prodotto allo stato gassoso. Bene. Francesco Ferrari, come noto, è uno dei capofila della protesta che è montata ormai da mesi a Piombino. La sintesi è più o meno questa: il rigassificatore non va fatto nel porto cittadino perché non è sicuro e pregiudica le attività turistiche.

Per maggiori informazioni, potete leggere qui. In Fratelli d’Italia in questi giorni era sorto un mezzo cortocircuito. Ignazio La Russa, infatti, aveva detto che il partito era favorevole a realizzare l’opera. Posizione smentita dal sindaco di Piombino e poi corretta anche dallo stesso La Russa. In sostanza FdI è “in linea generale” favorevole ai rigassificatori, ma non vorrebbe farlo a Piombino. Solo che il governo ha scelto quella città non perché gli stanno sulle scatole i piombinesi, ma perché quel porto ha tre caratteristiche fondamentali per mettere in funzione il rigassificatore nel minor tempo possibile: ha una profondità di pescaggio adeguata, la banchina è lunga a sufficienza e soprattutto il tutto dista solo 8-9km dalla rete di metanodotti. Sintesi: ci vuole meno tempo per iniziare a rigassificare, non a caso l’altra nave – comprata sempre da Snam – a Ravenna sarà operativa solo nel 2024.

Bene. Di fronte a questa confusione tra “nazionale” e “locale”, oggi Giorgia Meloni ha provato a mettere un po’ di ordine. A Fuori dal coro su Rete 4, nella puntata che andrà in onda stasera, la leader di Fdi spiega: “I rigassificatori vanno fatti, nel tempo definito perché ci dobbiamo liberare dalla dipendenza dal gas russo – spiega – Se c’è, come sono pronta a verificare, un modo di fare il rigassificatore non a Piombino, che è una città che ha pagato molto per l’assenza di bonifiche e di compensazioni, non si fa a Piombino. Se non ci sono alternative a Piombino, per me ovviamente l’approvvigionamento energetico è priorità. Ma bisognerà parlare molto seriamente del Comune di Piombino e delle compensazioni, perché non possono essere sempre gli stessi a pagare”. Tradotto: cercheremo un’altra soluzione che soddisfi le stesse caratteristiche di Piombino, ma se non si trova alla fine prevarrà l’interesse nazionale. Con le compensazioni del caso per i cittadini. Cosa ne pensa il sindaco Ferrari?

Quella della Meloni sembra un’apertura. In fondo la sfida del rigassificatore rischiava di essere la prima pietra d’inciampo in un eventuale ruolo a Palazzo Chigi. Va detto, però, che FdI non è l’unico partito a barcamenarsi tra posizioni altalenanti. Il Pd dice di volerlo ma in realtà la sua sezione locale cittadini è contraria e Andrea Romano, candidato al Parlamento, vuole reintrodurre la Via (burocrazia) prima di dare il via libera definitivo. Stessa storia per la Lega, spaventata per l’itticoltura di Follonica, e per Forza Italia che su Piombino vorrebbe “discutere”. L’uscita della Meloni sarà la svolta?

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