Esteri

La figuraccia del sindaco

Rivelazioni choc del sindaco di Madrid: “Ok alle deportazioni degli ucraini”

Il primo cittadini Josè Luis Martinez-Almeida cade nella trappola di due comici russi

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Il sindaco di Madrid, Josè Luis Martinez-Almeida, è cascato nel tranello di due comici russi che lo hanno ingannato fingendosi il primo cittadino di Kiev. Una telefonata di quasi 20 minuti, per cui il consiglio comunale madrileno ha sporto denuncia, per affrontare i temi sulle condizioni dell’Ucraina, che ha in messo in luce, però, aspetti controversi sulle opinioni del primo cittadino spagnolo.

Dall’inganno – che risale a giugno – sono venute fuori, infatti, rivelazioni choc a partire dai rifugiati ucraini che si trovano al momento a Madrid, l’odio nei confronti dei russi intesi come persone e non come potenza, ma anche il completo assoggettarsi alle richieste (in questo caso fasulle) dell’Ucraina.

Alla domanda dell’intervistatore, che si finge il sindaco di Kiev Vitali Kliscko, sulla concezione che la città, e il sindaco stesso, ha dei russi presenti nella sua città, Almeida risponde durissimo: “Tutti i bastardi russi a Madrid dovrebbero essere puniti”. Un inno alla russofobia, potremmo dire, in barba alla difesa dei diritti umani nella libera e progressista Spagna che cerca sempre di porsi prima in classifica sui temi sociali.

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Ma il popolare primo cittadino si lascia a dichiarazioni confuse non solo sui russi, ma anche sugli ucraini presenti sul territorio che amministra. Dopo aver spiegato la situazione e il numero dei rifugiati, i comici al telefono vanno al sodo: “Madrid può aiutarci a deportare in Ucraina uomini con cittadinanza ucraina?”. Lo spagnolo, senza indugi, risponde: “Certo, non credo sia un problema. Madrid sostiene l’invio di ucraini in Ucraina per partecipare al combattimento – e aggiunge, come consiglio – Vorrei farvi sapere che penso siano necessari più soldati per affrontare la Russia”.
 Uno schiaffo alla gestione delle politiche migratorie, alla sbandierata accoglienza spagnola, al destino di quelle persone che sulla carta si difendono perché scappano da un orco aggressore, ma che si è pronti a gettare in trincea senza regole.

Gli interlocutori al telefono informano il sindaco madrileno di avere in programma una manifestazione in occasione del vertice Nato di Madrid che consisteva nel portare ucraini nudi per strada e di lanciare escrementi sui partecipanti al vertice Nato. L’iniziativa avrebbe avuto il via libera dell’ambasciatore. L’obiettivo sarebbe stato quello di dimostrare che l’Ucraina è pronta a entrare a far parte dell’Alleanza e far capire che il Paese “è altrettanto nudo” a causa della guerra contro la Russia. A tale proposta Almeida, anche se con qualche perplessità sulla richiesta avanzata, non si tira indietro ma anzi sostiene che “la nudità sia un’ottima metafora per rappresentare un’Ucraina spoglia dopo l’aggressione”.

Uno dei momenti più gravi dell’itera conversazione, si verifica, però, nel momento in cui il finto sindaco di Kiev offre ad Alemida di fare il nome di Stepen Bandera per celebrare il gay pride a Madrid, in collaborazione con l’Ucraina. Il primo cittadino, completamente all’oscuro dell’identità di Bandera, nazionalista ucraino, anticomunista e con idee molto vicine al nazismo e infatti accusato di collaborazionismo, accetta e chiede addirittura se avrebbe partecipato personalmente all’evento. Peccato che il protagonista è morto nel 1950, assassinato dal Kgb. 
È evidente l’imbarazzo del sindaco che, nel pallone, non può far altro che scusarsi e fare le condoglianze – dopo quasi un secolo – per la scomparsa.

Infine, si parla di Covid. Il finto ucraino chiede come la Spagna, e in particolare Madrid, ha gestito l’emergenza per poi rivelare che lui non crede al Covid ma che, anzi, sia lui che il Presidente Zelensky hanno comprato un certificato falso per risultare vaccinati. Almeida, tra sorrisi e imbarazzi, non si sogna nemmeno di condannare questo comportamento ma anzi giustifica: “È importante il rispetto di tutte le opinioni”.

Ed è così che il pressappochismo e l’ignoranza nell’affrontare i tempi che corrono si palesa senza se e senza ma. Come il piegarsi a tutti i costi alle richieste che cambiano a seconda del vento che tira ma soprattutto l’inequivocabile inadeguatezza di una classe politica, in Spagna come in Europa.

Bianca Leonardi, 12 agosto 2022

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