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SACE spinge il Made in Italy: porti più green per l’export

Il Sistema Italia per essere competitivo sullo scenario internazionale deve poter contare, oltre che su imprese vincenti, anche su una logistica efficiente e sostenibile. E’ con questa consapevolezza che SACE, il gruppo assicurativo-finanziario italiano controllato dal ministero dell’Economia e delle Finanze, ha deciso di affiancare allo storico ruolo di partner per le pmi sui mercati esteri e al lavoro di squadra con le banche per facilitarne l’accesso al credito, l’impegno a sostenere gli investimenti per rendere più moderne le grandi infrastrutture.  A partire dai porti, hub strategici su quel Mediterraneo che già i latini chiamavano “mare nostrum” e asset dimostratisi centrali sia per aumentare la resilienza del Paese da choc esterni come la crisi energetica in atto sia per rilanciare la produzione e il lavoro grazie alle esportazioni. Tante tessere dunque di un unico puzzle pensato da SACE,  come dimostra anche il nuovo piano industriale presentato dall’ad Alessandra Ricci, per crescere insieme al Paese. Vediamo il caso dei porti.

 

L’Area logistica Giuliana, nel porto di Trieste, è al centro di un ampio lavoro di riqualificazione e rilancio della infrastruttura

 

Quattro porti in tutta Italia

I porti, insieme ad aeroporti e ferrovie, saranno le infrastrutture che cresceranno maggiormente nei prossimi cinque anni (+3,8% in media lanno) e su cui si concentreranno gli investimenti, trainati dalla spinta al green e alla transizione energetica. A fare i calcoli è l’Ufficio Studi della stessa SACE di recente impegnata a rendere più moderni ed efficienti quattro strutture portuali italiane, lungo una rotta che abbraccia l’intero Paese. Il nostro viaggio inizia infatti dalle acque liguri, dove il gruppo è intervenuto a Genova Sestri Ponente per consentire, insieme a Banco Bpm e Unicredit, una fideiussione da 47 milioni in favore dellAutorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale. Somma che permetterà a Rcm Costruzioni di ottenere lanticipazione contrattuale necessaria a velocizzare i cantieri per rinnovare lo scalo portuale per un valore complessivo di 338 milioni. Navigando dalla città della Lanterna verso Sud, la seconda tappa è nel mare che bagna Salerno, dove SACE ha garantito un finanziamento da 5 milioni, erogato da Intesa Sanpaolo, a Salerno Container Terminal: uno dei principali operatori di un’area che vede un sensibile incremento degli  scambi. Superato lo stretto di Messina e risalito il Mediterraneo, ormeggiamo quindi nel porto commerciale di Marghera, nellarea di Venezia. In questo caso SACE ha garantito un finanziamento, erogato da Intesa Sanpaolo, a favore di Alkeemia, azienda tra i leader mondiali nella chimica del fluoro, per lacquisto di macchinari più efficienti, meno energivori e con minor impatto ambientale.  Lobiettivo dell’operazione, che rientra  nellambito delle garanzie green di SACE,  è di promuovere un progetto di transizione ecologica dellazienda. Infine lasciamo la Serenissima per raggiungere Trieste, il maggiore porto italiano per traffico merci. Il progetto prevede la realizzazione di un nuovo polo logistico e la riqualificazione delle attività industriali e portuali, compreso il recupero dellarea di Servola, da anni dismessa. In questo caso SACE ha garantito un finanziamento da 20 milioni, erogato da Bnl Bnp Paribas e Unicredit, a favore di Icop, storica azienda friulana specializzata nellingegneria del sottosuolo, destinato allacquisizione delle quote di Finarvedi, la società concessionaria dellarea nella quale sarà realizzato il nuovo polo logistico infrastrutturale.

 

Un particolare del sito di Alkeemia, azienda tra i leader mondiali nella chimica del fluoro, nel porto commerciale di Marghera, nell’area di Venezia

 

SACE per il sistema paese

L’operatività di SACE abbraccia quindi molti ambiti importanti per il Sistema Paese: dal sostegno al Made in Italy e alle filiere strategiche alle garanzie finanziarie a supporto dei progetti di transizione energetica ed ecologica. Ed è proprio in quest’ambito che il gruppo controllato dal MEF gioca, attraverso le sue garanzie green, un ruolo fondamentale per il Green New Deal italiano e i cantieri del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che con i suoi 248 miliardi è la più grande occasione dal Dopoguerra per proiettare il nostro Paese nel futuro. Le garanzie green di SACE, controgarantite dallo Stato italiano, sono destinate infatti a sostenere progetti che hanno la finalità di agevolare il passaggio verso un’economia a minor impatto ambientale, integrare i cicli produttivi con tecnologie a basse emissioni per la produzione di beni e servizi sostenibili e promuovere una nuova mobilità a minori emissioni inquinanti. In questo ambito, in circa due anni di attività, SACE ha concluso quasi 230 operazioni per un totale di circa 6 miliardi di euro di contratti e investimenti garantiti. Un trend destinato a crescere ancora grazie allo stretto rapporto di collaborazione con il sistema bancario.

 

Il rendering del Porto di Trieste dopo i lavori di rilancio supportati da SACE

 

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