Cultura, tv e spettacoli

Dogma di fede

San Saviano e padre Fazio: i segreti del Medioevo progressista

Verità, sacerdoti, monasteri sacri: ecco tutto quello che c’è da sapere sulla nuova religione. Ma c’è chi dissente

Roberto Saviano e Fabio Fazio

Viviamo in tempi curiosi. La totale irrazionalità con cui esponenti della cultura, dei media e della politica stanno reagendo ad un fatto di cronaca terribile (l’assassinio di Giulia) è rilevatore di un modo di vedere il mondo che si pensava estinto da secoli. Lo storico Cory Grewell ha scritto pagine interessanti riguardo il “nuovo medioevo”, cioè tendenze sociali moderne in linea con i secoli antichi, ed effettivamente basta sfogliare un libro di scuola media per capire che poco è cambiato da mille anni a questa parte.

Esiste una verità sacra (il progressismo de noantri), rivelata ad un consesso di sapienti (socialisti di ogni ordine e grado), i cui principi di salvezza sono custoditi nei monasteri (Harvard, la sede del Pd, la redazione di Repubblica) dediti alla cura e alla protezione della verità, a cui la plebe (noi), intellettualmente inferiore, deve credere aprioristicamente. I precetti religiosi (non esistono confini, dobbiamo salvare il pianeta, sconfiggiamo la mascolinità tossica) sono trasmessi al volgo tramite l’azione dei prelati (Fabio Fazio, la Gruber, Massimo Giannini) che si fanno portavoce del messaggio dei santi (Saviano, Chiara Valerio, Elly Schlein) i quali sono soliti adoperare un linguaggio altissimo ed incomprensibile ai più, o di bizzarri eremiti giunti da luoghi inospitali (Patrick Zaki, Greta Thunberg). A costoro si affiancano i predicatori più irruenti (Santoro, Orsini, Moni Ovadia) che denunciano la corruzione dell’umanità ed invitano con sermoni infuocati al “penitenziagite” per liberarsi dalle forze infernali (il liberismo americano).

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Gli uomini non esercitano il libero arbitrio, ogni calamità naturale ed ogni crimine sono da interpretare come il castigo di Dio per i peccati del mondo. Nascendo, gli esseri umani portano con sé il peccato originale (il patriarcato, l’inquinamento) da espiare attraverso dolorose processioni (di piazza, di autostrada, televisive), dove il clero ed i predicatori invitano la folla all’autoflagellazione ed al mea culpa (“siamo tutti colpevoli”). In tali manifestazioni pubbliche si inveisce sovente contro la corruzione dei governi (se non allineati alla politica del papato) e gli assassini di Cristo (gli israeliani).

La maggior parte del popolo non crede a tutti i dogmi religiosi, molti di loro, in gran segreto, danno credito al pensiero degli eresiarchi (Capezzone, Sallusti, Cruciani, Porro) dediti alla fornicazione ed alla corruzione delle plebi. Tutti i potenti che mettono in dubbio i sacramenti vengono indiscriminatamente considerati peccatori (leggi populisti) sebbene afferenti alle fazioni più disparate (Sunak, Edi Rama, Milei, Netanyahu, Meloni, Minniti) e per combatterli si è disposti a buttare a mare qualsiasi principio arruolando nell’esercito ogni sorta di predone (Lula, Corbyn, simpatizzanti di Hamas) per far sì che il bene trionfi. Il senso di colpa e la compassione sono gli strumenti usati dalle classi più istruite (Tomaso Montanari, Rula Jebreal, femministe e pacifisti) per far accettare alle masse di contadini illetterati (sempre noi) che solo la sofferenza (la de-industrializzazione, l’iper-tassazione, l’autocommiserazione) potrà salvarci dall’Armageddon (la catastrofe climatica, il fascismo), quando verranno riconosciuti i giusti tra i reprobi.

A noi decidere se abbracciare la salvezza o consegnarci alla bestia con sette teste e dieci corna. Amen.

Pietro Molteni, 22 novembre 2023

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