Sardegna, Meloni serra i ranghi: “Impareremo dalla sconfitta”

Su Facebook Elly Schlein scrive: “Una cosa è certa: l’alternativa c’è. Come segretaria, a un anno esatto dalle primarie, non potevo sperare in una ragione più bella per festeggiare! Dimostra che la direzione intrapresa è quella giusta e che essere testardamente unitari porta i suoi frutti. Lo saremo anche in vista di altre sfide ugualmente importanti, perché oggi abbiamo dimostrato che la destra si può battere”.

Della stessa idea anche Alessandra Todde.

Da un evento a Pescara, Salvini ammette la sconfitta e lancia una frecciatina anche agli alleati: “Quando cambi un candidato in corsa è più complicato. Vale anche per un sindaco. Ma non sarò mai quello che, quando le cose vanno bene, è merito mio e quando le cose vanno male è colpa degli altri”. Ma il vicepremier assicura: “Il Governo è assolutamente saldo. Sono contento di quello che stiamo facendo, che stiamo progettando”.

I dati disponibili sul voto in Sardegna consegnano una vittoria per meno di 3mila voti alla candidata del centrosinistra Alessandra Todde sul candidato di centrodestra Paolo Truzzu.

Siamo rammaricati per il fatto che l’ottimo risultato delle liste della coalizione di centrodestra, che sfiorano il 50% dei voti, non si sia tramutato anche in una vittoria per il candidato presidente.

Da queste elezioni, dunque, non emergerebbe in Sardegna un calo di consenso per il centrodestra. Ma rimane una sconfitta sulla quale ragioneremo insieme per valutare i possibili errori commessi. Continueremo a lavorare imparando dalle nostre sconfitte come dalle nostre vittorie.

Lo scrivono in una nota congiunta i leader di centrodestra, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani

In conferenza stampa, Alessandra Todde canta vittoria.

Sull’alleanza M5S-Pd ha detto:  “Io credo che la Sardegna non sia un laboratorio perché i sardi non sono delle cavie. Sono molto contenta che questo progetto di unione possa aver trovato in Sardegna un progetto solido e saldo per dimostrare che la nostra alleanza può funzionare”. Secondo la neo-presidente, Meloni  “è stata strafottente, è venuta qua pensando di fare una passeggiata di salute e invece deve andare a farla altrove”.

Poi la sparata: “Mi hanno molto colpito i fatti che sono accaduti a Pisa – io ho studiato a Pisa – e quello che è capitato a dei ragazzi ci deve ricordare che i diritti non sono scontati, che nulla deve essere dato per assodato. Io sono felice che i sardi si siano ricordati della loro storia e abbiano risposto ai manganelli con le matite”.

Per la Lega parla il vicesegretario Andrea Crippa: “Prendiamo atto delle scelte degli elettori sardi, e lo facciamo partendo dalle considerazioni legate alle preferenze espresse dai cittadini nelle urne delle grandi città dell’Isola, che forniscono una indicazione palese”. Il deputato fa anche notare che “Lega e PSd’A, insieme, si attestano a oltre il 9,2%, in crescita rispetto anche al 6,3% delle politiche del 2022”.

“Inutile nascondere che c’è amarezza per questa sconfitta anche per il modo in cui si è prodotta”, dice il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, ma “il centrodestra è forte e il Governo Meloni è forte e solido”.

A meno di elementi certi, il centrodestra ha deciso di non chiedere il riconteggio. Lo fa sapere Paolo Truzzu in conferenza stampa: “Non chiederemo alcun riconteggio perché il conteggio lo fa il tribunale, dopo che avremo quei dati ci penseremo, oggi non abbiamo gli elementi. Ogni valutazione sarà fatta a cadavere morto”.

La responsabilità “è del sottoscritto e di nessun altro”. Lo ha detto Paolo Truzzu, candidato del centrodestra, dopo la sconfitta di misura contro Alessandra Todde. Il sindaco di Cagliari ha preso meno voti di quanti ne abbia raccolti la coalizione di centrodestra: “Mi pare che ci sia stato più un voto contro di me che per Todde”.

“Ho chiamato Todde e le ho fatto gli auguri. Se c’è un responsabile di questa sconfitta è il sottoscritto. Perdere per una manciata di voti, di uno sputo, da fastidio”, ha spiegato il candidato Truzzu. “Meloni? Le ho mandato un messaggio. Lei non ha responsabilità. Se a Cagliari ci sono 13mila voti di differenza e ho perso di 2mila voti, è lì che si è deciso”.

“Non c’è un segnale politico nazionale”. Lo dice Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di FdI, ai microfnoni di RaiNews24. Donzelli non si nasconde, riconosce che Truzzu era il candidato di FdI anche se la candidatura “era nata da una riunione del centrodestra sardo, non è stata una imposizione nazionale sulla Sardegna”. Più che altro, a preoccupare Fdi è il voto disgiunto: la coalizione ha ottenuto più voti di quelli del centrosinistra e che qualcuno abbia fatto ricorso al voto disgiunto “è matematicamente dimostrato”. “C’è una una legge non scritta – conclude – che nelle elezioni in Sardegna fondamentalmente c’è sempre stata l’alternanza e non siamo riusciti a interrompere questa questa legge non scritta”.

“Il risultato in Sardegna non va sottovalutato ma neanche drammatizzato, perchè non avrà effetti negativi nè sul governo nè sul centrodestra. Semmai sarà utile a offrire qualche spunto di analisi e riflessione per gestire al meglio le prossime elezioni”, dice il presidente Nm, Maurizio Lupi.