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Scatto dei ricavi e volumi di produzione record, Bono “consegna” una Fincantieri solida e sostenibile

Giuseppe Bono si appresta a lasciare in ottima salute, la “sua” Fincantieri dopo 20 anni sul ponte di comando, con occupazione in aumento e una precisa rotta per proseguire nel percorso tracciato per una sempre maggior sostenibilità. L’occasione per fare il “bilancio” è l’avvicinarsi dell’assemblea che il 16 maggio sarà chiamata al passaggio di consegne, dopo che la Cassa Depositi e Prestiti (grande azionista del big della cantieristica con il 71,32%), ha depositato le liste per il rinnovo del board. Ma torniamo a Bono,  a dimostrare la solidità di Fincantieri sono i numeri del 2021: malgrado la morsa della pandemia su molti dei settori di riferimento (navi da crociere in primis), il gruppo dal cuore triestino ha chiuso lo scorso anno con ricavi in crescita a 6,7 miliardi, per un balzo del 28% rispetto ai 5,2 miliardi di un anno prima, un risultato netto adjusted di 92 milioni e un utile netto di 22 milioni che cancella il rosso dell’anno precedente che scontava l’emergenza Covid. Il ritorno al profitto si aggiunge agli investimenti per 358 milioni, volti a supportare l’efficientamento produttivo dei cantieri anche migliorandone lo standard tecnologico, e a una produzione record: il gruppo ha consegnato 19 navi  realizzate in 12 stabilimenti, le ore lavorate sono state 16,4 milioni. Questi risultati, ha sottolineato Bono, “dimostrano la capacità e la resilienza di Fincantieri” nel rispondere alla crisi innescata dal Covid. “La società ha saputo mantenere gli ordini e tutti i suoi impegni, consegnando le navi nei tempi concordati”, ha proseguito il top manager senza nascondere come “la spinta inflazionistica, la scarsità delle materie prime e il conflitto in corso rendono ancora più complesso e incerto” il futuro. È necessaria quindi “la massima coesione e determinazione di tutto il personale nell’affrontare le difficoltà emergenti”. 

 

Nel 2021 tutti i settori in aumento e più occupazione

Giuseppe Bono, ad di Fincantieri, lascerà la guida del gruppo in occasione dell’assemblea del 16 maggio

I risultati, i migliori di sempre, rispecchiano il positivo andamento di tutti i settori in cui opera Fincantieri. Il settore Shipbuilding è cresciuto del 27,1% con volumi di produzione nei cantieri italiani del gruppo che si confermano a livelli record (16,4 milioni di ore lavorate contro i 13,1 milioni del 2020 e i 15,6 milioni del 2019), grazie a una strategia che ha permesso una rapida ripresa delle attività produttive in risposta agli effetti della pandemia. Il comparto Offshore e navi speciali ha avuto uno sviluppo del 23,7% anche grazie all’efficace strategia di riposizionamento e diversificazione con la costruzione di navi speciali per il settore eolico offshore. Il settore Sistemi, Componenti e Servizi presenta un incremento dei ricavi del 27,7% trainato dalle attività a supporto della costruzione di navi da crociera e militari. Lo sviluppo di Fincantieri impresso da Bono ha permesso anche di aumentare l’occupazione: il gruppo dà ora lavoro a 20.774 addetti (rispetto ai 20.150 di fine 2020); in Italia l’incremento è stato dell’8,5% per un totale di 10.681 persone. La politica occupazionale è stata inoltre accompagnata da una crescente attenzione sia a valorizzare i migliori talenti del gruppo e alla formazione dei dipendenti, sia alle esigenze del personale e in particolare delle donne-lavoratrici anche con l’avvio di specifici asili aziendali. Tanto che la stessa Universum ha classificato Fincantieri al primo posto per il terzo anno consecutivo come “Italy’s Most Actractive Employer” fra le aziende più ambite del settore “Manufacturing, Mechanical and Industrial Engineering”, tanto per gli studenti che per i giovani professionisti

 

Una strategia a tutto tondo

Ricorrendo a una metafora navale, lo “scafo” di Fincantieri è quindi molto solido e tutti i suoi “strumenti di bordo” sono stati programmati dal vertice sulla rotta dell’innovazione tecnologica e della sostenibilità. A dimostrarlo sono le plurime iniziative strategiche firmate dalla gestione Bono nel 2021: dall’accordo con Enel X per la realizzazione di infrastrutture portuali a basso impatto ambientale e l’elettrificazione delle attività logistiche a terra a quello con Almaviva, a cui si è unita anche Leonardo, per la digitalizzazione del settore dei trasporti e della logistica; dall’asse con Msc e Snam per studiare la prima nave da crociera al mondo alimentata a idrogeno alla nascita di Power4Future, volta alla produzione di batterie al litio per uso navale ed industriale; dal memorandum sottoscritto con Eni per la decarbonizzazione e l’economia circolare al protocollo d’intesa con Enel Green Power Italia per l’utilizzo di idrogeno verde. Passando dal capitolo sostenibilità (Carbon Disclosure Project ha assegnato al Gruppo il rating A- per l’impegno profuso nella lotta al cambiamento climatico) a quello dell’innovazione e dell’automazione industriale, spicca invece la collaborazione di Fincantieri con Comau finalizzato allo sviluppo di soluzioni per la saldatura robotizzata. Quindi, sui fronti delicatissimi della Sicurezza e della Difesa l’accordo con Navantia al fine di rafforzare la collaborazione nel settore navale e marittimo nella Difesa Europea e, nei primi mesi di quest’anno, l’accordo con Leonardo per la sicurezza delle infrastrutture del nostro Paese, che segue quello raggiunto in precedenza con Almaviva.

 

 

 

Le prossime sfide 

Nel medio-lungo termine, al netto delle pesanti ripercussioni sulla ripresa mondiale dovute alla crisi ucraina e a protrarsi dei contagi Covid, Fincantieri parte dalla certezza degli importanti ordini già acquisiti, che consentono consegne programmate fino al 2029. Fincantieri “saprà ancora una volta rispondere con il massimo impegno alle sfide future, e, al contempo, mettere a disposizione del Paese tutte le competenze che ha acquisito in questi anni, sia in Italia che all’estero. Siamo orgogliosi di essere diventati un’azienda globale che però è rimasta ben radicata in Italia, contribuendo così in maniera significativa allo sviluppo dei territori in cui opera”, ha concluso Bono. Lo stesso top manager, in una recente intervista all’Espresso ha rimarcato l’impegno profuso dal gruppo per la ricostruzione del nuovo ponte San Giorgio di Genova: tra le pochissime grandi opere in Italia terminate nei tempi e nei costi previsti. Ora al nuovo management il compito di vincere le prossime sfide che attendono il Gruppo.

 

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