Politica

Sciopero generale, la menzogna della sinistra “responsabile” - Seconda parte

Con lo sciopero proclamato da Cgil e Cisl, cade l’ultima foglia di fico…

È uno sciopero generale perciò nostalgico, che guarda all’indietro, a quando si parlava di concertazione ma in sostanza si voleva far passare l’idea che nulla si potesse fare in Italia senza il beneplacet del sindacato. Ed è uno sciopero che vuole segnalare un’esistenza anche se si sa di essere ormai quasi morti, di essere diventati un sindacato di pensionati o di pochi privilegiati, in forte crisi di rappresentanza e per di più senza  uno straccio di progetto per il futuro. E per far ciò non si esita non solo a rompere il fronte con la Cisl, ma anche a immettere un forte elemento conflittuale in un periodo in cui a tutti viene chiesta coesione sociale per affrontare crisi sanitarie ed economiche di ampia portata.

Una mossa “populistica” che più populistica non si poteva immaginare, anche nella tempistica, e che non esiterà a creare in Piazza del popolo, ove è previsto il comizio finale della manifestazione centrale, quegli “assembramenti” che a sinistra vengono imputati solo ai no vax e alle forze di destra “irresponsabili”. Non si può dire che il lupo perda il pelo ma non il vizio: il vizio di ieri aveva infatti almeno la virtù, che oggi non ha più, di rappresentare interessi forti e concreti e di voler emancipare ampi strati sociali. I deboli oggi sono isolati, non rappresentati, mille miglia lontani dai sindacati confederali e dalle stanche ritualità otto-novecentesche.

Corrado Ocone, 9 dicembre 2021

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