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Scordatevi le riaperture. Parola di Draghi

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Ronald Reagan diceva: “La libertà non è mai a più di una generazione dall’estinzione. Per lei bisogna combattere, bisogna proteggerla e consegnarla ai nostri figli affinché facciano lo stesso”. Allora, le minacce cui faceva riferimento il mitico presidente Usa erano le sirene del comunismo sovietico e il dirigismo, ormai dilagante anche in America.

Oggi, la più grande minaccia alla libertà deriva dalla risposta dei governi occidentali alla pandemia. L’Italia è un esempio lampante di questo laboratorio di oppressione. E purtroppo, anche il nuovo premier, Mario Draghi, non sembra del tutto esente da questa cultura del divieto nel nome di una falsa sicurezza sanitaria. Ne ha dato un saggio nella conferenza stampa di oggi pomeriggio. Quando gli hanno chiesto cosa pensasse della posizione di Matteo Salvini, secondo cui è impensabile tenere chiuso il Paese, ha risposto che, semmai, è “auspicabile riaprire”, ma che “tutto dipende dai dati” epidemiologici.

Insomma, non aspettiamoci nessun cambio di paradigma: al massimo, ci sarà la riapertura delle scuole, che secondo Draghi non avrà impatto sulla diffusione del virus solo se non si allentano gli altri divieti. Emblematica anche l’ironia un po’ amara sulla proposta del ministro Massimo Garavaglia, di tenere l’Italia intera in zona gialla quest’estate: “Sono d’accordo con lui. Mi piacerebbe andare in vacanza, se fosse possibile”. Come a dire: magari eh, però non si può. Dunque, non fatevi illusioni, voi che confidate nella liberazione estiva. Non ci sarà.

L’incentivo che si è creato nella classe politica è a tenerci al guinzaglio, rinchiusi, ora con il coprifuoco, ora con lo stop alla movida alle 15, ora con l’abolizione della zona gialla dopo Pasqua, ora vaccinando, ma spiegandoci che i sieri non ci garantiranno l’esenzione dalle limitazioni, perché saremo ancora contagiosi e perché ci sono le varianti. Una giustificazione per maxi o mini lockdown, insomma, si trova sempre.

Persino in Inghilterra, che entro il 21 giugno tornerà a una seminormalità, Boris Johnson ha ottenuto ieri, dal Parlamento, la proroga dei poteri speciali fino a ottobre. Figuratevi cosa deve ancora accadere da noi, dove le vaccinazioni, nonostante promesse e impegni, restano molto indietro rispetto al mondo aglofono, a Israele e persino a Cile e Serbia.

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