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Scurati e l’impegno civile per salvare il Paese (e vincere il Premio Strega)

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Ci sono modi e modi di manifestare l’impegno civile. C’è chi vorrebbe salire sulle navi Ong per metterci il corpo ma alla fine dice di aver rinunciato per impedimenti burocratici invalicabili. C’è chi sermoneggia su tutti i media possibili e immaginabili in favore dell’immigrazione e contro il razzismo.

Poi c’è Antonio Scurati che partecipa al Premio Strega. Lo scrittore ha spiegato la sua sofferta ma coraggiosa iniziativa a Repubblica: “Vivo la mia partecipazione come una spinta di impegno civile. Sono convinto che questo libro possa contribuire al risveglio di una coscienza democratica”. “Questo libro” sarebbe M, monumentale biografia romanzata di Benito Mussolini. Un discreto successo, anche di critica. Se vincesse lo Strega, si gioverebbe dell’effetto moltiplicatore di tale premio, che può valere anche centomila copie, nei casi più fortunati.

Scurati ha già partecipato due volte, arrivando sempre piazzato ma sconfitto. Ma adesso che ci sono di mezzo l’impegno civile e l’antifascismo sarebbe crudele negargli la vittoria. Scurati sostiene che i populismi di oggi sono diversi dal fascismo d’un tempo ma comunque tira una brutta aria: i cittadini sembrano disposti a barattare le conquiste democratiche per ottenere sicurezza. Per questo il Premio Strega per il suo romanzo potrebbe essere importante per l’intero Paese ancor prima che per Scurati. Stiamo scherzando ma solo perché crediamo a quanto disse un grande reazionario, Nicolás Gómez Dávila: “La letteratura risorgerà quando si rinunci a cambiare il mondo”.

Alessandro Gnocchi, 3 marzo 2019

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