Tutele penali alle forze dell’ordine quando vengono aggredite e negli istituti penitenziari, le bodycam per gli agenti ma non solo. Ieri il pacchetto sicurezza è diventato decreto. Dopo un anno e mezzo di dibattiti e modifiche, il governo ha deciso di imprimere un’accelerazione, eliminando le misure più controverse – come il carcere per le donne incinte e il divieto di acquisto di sim per i migranti irregolari – e approvando il provvedimento in un Consiglio dei ministri lampo, durato appena mezz’ora.
“Norme necessarie, nessun blitz”, ha assicurato il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, replicando alle critiche delle opposizioni: “Abbiamo il dovere di rispettare gli impegni presi con i cittadini e con chi ogni giorno garantisce la nostra sicurezza”. Il provvedimento, che si compone di 34 articoli, introduce misure che vanno dalla stretta sull’accattonaggio alle aggravanti per le truffe agli anziani, dagli sgomberi rapidi per le occupazioni abusive all’autorizzazione per gli 007 sotto copertura a dirigere gruppi terroristici. No al divieto di vendita delle sim card agli immigrati irregolari, per l’identificazione varrà il titolo di soggiorno, passaporto o documento di viaggio, ma sì alla chiusura da cinque a trenta giorni per chi vende le schede telefoniche senza identificare il compratore. Previste anche nuove restrizioni sulla coltivazione della canapa e un fondo per coprire le spese legali di agenti e militari coinvolti in procedimenti penali per fatti di servizio, fino a 10 mila euro per ogni fase del processo.
Le misure del Dl Sicurezza:
- Si introduce una nuova fattispecie di reato finalizzata al contrasto del fenomeno delle occupazioni abusive di immobili. È prevista la procedibilità d’ufficio se il fatto è commesso nei confronti di persona incapace per età o per infermità, o su immobili pubblici o a destinazione pubblica. Nel caso di occupazione di abitazioni, la pena sarà la reclusione da due a sette anni e si prevede una procedura volta ad accelerare la liberazione dell’immobile occupato qualora lo stesso risulti unica abitazione del denunciante.
- Si inaspriscono le pene per reati commessi in ambito urbano. Viene prevista una nuova circostanza aggravante per i delitti non colposi contro la vita e l’incolumità pubblica e individuale, contro la libertà personale e contro il patrimonio, o che comunque offendono il patrimonio, qualora commessi all’interno o nelle immediate adiacenze delle stazioni ferroviarie e delle metropolitane o all’interno dei convogli adibiti al trasporto passeggeri. Si aggrava anche la pena per il reato di danneggiamento in occasione di manifestazioni pubbliche. Si estende il cosiddetto DASPO urbano a coloro che risultino denunciati o condannati, anche con sentenza non definitiva, nel corso dei cinque anni precedenti, per delitti contro la persona o contro il patrimonio commessi nelle aree interne e nelle pertinenze di infrastrutture ferroviarie, aeroportuali, marittime e di trasporto pubblico locale, urbano ed extraurbano.
- Si estende l’arresto in flagranza differita al reato di lesioni personali gravi o gravissime a un pubblico ufficiale in servizio di ordine pubblico, commesso in occasione di manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico. Si eleva a delitto l’illecito amministrativo per blocco stradale, con la pena della reclusione fino a un mese e la multa fino a 300 euro. In caso di fatto commesso da più persone, la reclusione va da sei mesi a due anni.
- Si rafforzano gli strumenti di deterrenza e di repressione delle truffe agli anziani, mediante l’introduzione di una specifica ipotesi di truffa aggravata con pene da due a sei anni e multa da euro 700 a euro 3.000.
- In materia di esecuzione della pena, si cancella l’obbligo di rinvio della stessa per le donne incinte e con prole e se ne preclude il rinvio facoltativo se da ciò derivi una situazione di pericolo, di eccezionale rilevanza, di commissione di ulteriori delitti. Si prevede la differenziazione nelle modalità di esecuzione della pena tra la madre di figli di età fino a 1 anno e delle madri di figli di età da 1 a 3 anni.
- Si introducono misure di contrasto alla delittuosità molesta urbana con l’aumento della pena per l’induzione all’accattonaggio per l’impiego di minori sino a 16 anni e di un’aggravante se il fatto è commesso con violenza o minaccia.
- Si introduce una circostanza aggravante del delitto di violenza o minaccia e di resistenza a pubblico ufficiale se il fatto è commesso nei confronti di un ufficiale o un agente di polizia giudiziaria o di pubblica sicurezza con l’aumento di pena fino alla metà e un’ulteriore circostanza aggravante in caso di atti violenti commessi al fine di impedire la realizzazione di un’infrastruttura.
- Si prevede la possibilità di dotare le Forze di polizia di dispositivi di videosorveglianza indossabili (bodycam), idonei a registrare l’attività operativa nei servizi di mantenimento dell’ordine pubblico, di controllo del territorio, di vigilanza di siti sensibili e in ambito ferroviario e a bordo treno e quella di utilizzare dispositivi di videosorveglianza, anche indossabili, nei luoghi e negli ambienti in cui vengono trattenute persone sottoposte a restrizione della libertà personale.
- In materia di tutela legale degli appartenenti alle Forze di polizia, al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco e alle Forze armate per fatti connessi alle attività di servizio si aumenta fino a 10.000 euro l’importo massimo che può essere corrisposto per ciascuna fase del procedimento.
- Si rafforza la tutela dei beni mobili e immobili adibiti all’esercizio di funzioni pubbliche con la previsione, in caso di deturpamento e imbrattamento degli stessi, della pena della reclusione da sei mesi a un anno e mezzo e la multa da 1.000 a 3.000 euro, con aumento della pena detentiva nel massimo (tre anni) e della multa (fino a 12.000 euro), in caso di recidiva; si inaspriscono le sanzioni per violazione delle prescrizioni e degli obblighi impartiti dal personale delle Forze di polizia in servizio di polizia stradale, prevedendo anche la sanzione accessoria della sospensione della patente di guida da 15 a 30 gg, in caso di recidiva per le violazioni previste.
- Si introduce il nuovo reato di “rivolta all’interno di un istituto penitenziario”, che punisce le condotte di promozione, organizzazione o direzione e partecipazione a una rivolta consumata all’interno di un istituto penitenziario da tre o più persone riunite, mediante atti di violenza o minaccia, tentativi di evasione o atti di resistenza anche passiva che impediscono il compimento degli atti d’ufficio o del servizio necessari alla gestione dell’ordine e della sicurezza. Si inasprisce la pena per chi istiga alla disobbedienza delle leggi se il fatto è commesso all’interno di un istituto penitenziario o mediante scritti o comunicazioni diretti a persone detenute. Una fattispecie di reato analoga alla rivolta in istituto penitenziario è introdotta anche per condotte commesse all’interno di centri di trattenimento per migranti irregolari.
- Inoltre, si introduce la sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni per i casi nei quali le imprese autorizzate a vendere schede S.I.M. di telefonia mobile non osservino gli obblighi di identificazione dei clienti, mediante acquisizione, nel caso si tratti di cittadino non dell’Unione Europea, di copia del titolo di soggiorno. Si introduce anche la pena accessoria dell’incapacità di contrarre con gli operatori per un tempo da fissarsi tra i sei mesi e i due anni ai condannati per il reato di sostituzione di persona commesso con la finalità di sottoscrivere un contratto per la fornitura di telefonia mobile.
Il decreto arriva dopo una lunga gestazione e diversi attriti interni alla maggioranza. La Lega spingeva per un’approvazione senza modifiche, mentre Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno cercato una mediazione con il Quirinale. Alla fine, il premier Meloni ha trovato l’intesa con i suoi vice Antonio Tajani e Matteo Salvini, scegliendo la strada del decreto. Una scelta che, secondo fonti parlamentari, avrebbe soddisfatto il Colle.
Tra le modifiche più rilevanti, lo stralcio della norma che imponeva a pubbliche amministrazioni, università e società partecipate di fornire informazioni ai servizi segreti per esigenze di sicurezza nazionale. Alleggerita anche la norma sulle detenute incinte: il giudice dovrà valutare caso per caso, tenendo conto delle esigenze del minore, anche in presenza di reati gravi.
Nel pomeriggio, a Roma, la Rete nazionale No Ddl Sicurezza ha organizzato un presidio al Pantheon. La manifestazione è sfociata in tensioni con le forze dell’ordine quando un gruppo di manifestanti ha cercato di dirigersi verso Palazzo Chigi, lanciando bottiglie. La polizia ha respinto il tentativo di sfondamento. “Due poliziotti feriti durante la manifestazione a Roma contro l’approvazione del Decreto Sicurezza: non serviva spot migliore per spiegare quanto fosse urgente intervenire. Chi colpisce un agente colpisce lo Stato e da oggi dovrà fare i conti con pene più dure e certe” il commento in una nota Domenico Pianese, segretario del sindacato di Polizia Coisp.
Le opposizioni attaccano e questo non è una sorpresa. Francesco Boccia (Pd) accusa il governo di “piegare il Parlamento al populismo penale”. Angelo Bonelli (Avs) parla di “golpe”, mentre il M5s definisce il decreto “una vergogna”. Il solito ritornello che non tiene conto della realtà, della vita vera. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, difende la scelta dell’esecutivo e rilancia: “Non è un provvedimento securitario, ma un intervento a tutela dei più fragili, come gli anziani e i proprietari di immobili. Dopo un anno e mezzo di discussioni, era necessario agire”.
Franco Lodige, 5 aprile 2025
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