Esteri

La follia della dittatura cinese

Shanghai, il “modello cinese” delle prigioni quarantena - Seconda parte

Vigilanza capillare e lockdown senza cibo per 26 milioni di abitanti

In nome della vita, si è limitata la vita. In nome della libertà, si sta limitando la libertà. Propter vitam vivendi perdere causas ricordava il grande poeta romano Giovenale. Per salvare la vita, gli esseri umani perdono le cause che rendono quella vita degna di essere vissuta. Lo scrittore Marcello Veneziani, inoltre, evidenziava come l’esperienza che abbiamo vissuto con il Covid, e che i cinesi stanno tutt’ora vivendo alle estreme forme, non dovrebbe neanche essere definita “vita”; piuttosto, la parola adatta sarebbe “biologia”: la disciplina che si occupa delle semplici regole che disciplinano l’esistenza dei viventi, senza alcun rischio calcolato.

Dittatura comunista

Le misure restrittive apocalittiche vengono attuate in una città in cui i positivi sono poco più di 26 mila, di cui circa 25 mila asintomatici. I morti registrati ieri sono solo 7. La possibilità di convivere con un virus che, grazie ai vaccini ed alle continue mutazioni, diventa sempre meno letale, pare essere l’opinione proibita in Cina, nonché la più politicamente scorretta in Occidente, almeno fino a poche settimane fa. Nel frattempo, la polizia governativa cinese intima i cittadini a “combattere la pandemia con un cuore solo”. Per tutti coloro che dovessero violare le disposizioni, le autorità garantiscono un trattamento “in conformità alla legge da parte degli organi di pubblica sicurezza. Se costituisce reato, saranno indagati a norma di legge”, si legge in una nota.

A Shanghai, la Cina ha presentato il vero lato di una dittatura comunista. Il volto dell’unanimismo, del totalitarismo, della disperazione; troppe volte mascherato da un’economia vibrante, in continuo sviluppo, e da una classe dirigente occidentale che strizza l’occhio ad un sistema intrinsecamente comunista. Il Dragone ha posto le basi affinché le misure anti-Covid diventino un nuovo credito sociale, odierne forme di controllo decisamente più repressive ed invasive della sfera personale. Chissà se qualcuno avrà ancora il coraggio di plaudire a quel modello…

Matteo Milanesi, 15 aprile 2022

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