Politica

Il ritorno dell’allarmismo

Sinistra ossessione: sui giornali rispunta l’arma del Covid

Con le elezioni politiche di settembre, ritorna anche l’allarmismo dato da Covid e restrizioni pandemiche

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In tempi non sospetti, il grande economista americano, Milton Friedman, ricordava come una misura statale temporanea rischiasse di tramutarsi, quasi inesorabilmente, in una misura statale permamente. E la realtà che ci sta offrendo il Covid-19 – o meglio, le misure liberticide applicate dai governi italiani – pare riassumere fedelmente il pensiero friedmaniano.

Ritorna l’allarmismo

Sì, perché tre o quattro dosi di vaccino non bastano più: in Québec, siamo già arrivati alla quinta dose. E pare che la parola “fine” sia solo un lontano miraggio. Il Pci di una volta si è trasformato in un nuovo Pci: da Partito Comunista Italiano a Partito Chiusurista Italiano. Recenti, sono le dichiarazioni del futuro candidato Pd, il microbiologo Andrea Crisanti, sulla possibilità di valutare il ritorno di nuove restrizioni in autunno. I media mainstream sono già partiti all’attacco con la nuova terribile variante del virus: la Centaurus. Il Sole 24 Ore parla di “ondata inimmaginabile tra due o tre mesi”; La Repubblica pressa sull’aumento (lievissimo, quasi irrilevante) delle terapie intensive nazionali. Eppure, i dati, quelli veri, rimangono asintomatici alla pubblicazione sui grandi canali informativi.

I numeri del Covid

Il portale Agenas del ministero della Salute, infatti, parla di 288 pazienti ricoverati, per ogni 100mila abitanti. Un complesso che rappresenta un misero 0,49 per cento. Ciò non significa rinnegare l’esistenza del virus, oppure che, fino ad oggi, il Covid non abbia mietuto alcuna vittima. Al contrario, significa prendere consapevolezza della debolezza del Covid-19, di un virus mutato in semplice influenza, che non dovrà più essere tenuto in considerazione con la medesima guardia ed attenzione, utilizzata in questo ultimo biennio.

Il vero avversario da combattere non è il virus in sé, ma l’insieme delle misure che il Covid ci ha lasciato: lockdown, Green Pass e restrizioni delle libertà fondamentali dell’individuo. C’è ancora una gran fetta di politica, soprattutto a sinistra, che ritiene legittima la supremazia indiscriminata dello Stato sul singolo; della salute collettiva che anticipa quella della persona; dell’interesse pubblico sganciato da qualsiasi controllo popolare.

Quelle viro-star che, fino a pochi mesi fa, trovavano spazio nei salotti televisivi, oggi trovano campo fertile nelle candidature politiche. La virologia si è trasformata in puro scontro politico, il Covid in pura strumentalizzazione elettorale. Si salvi chi può.

Matteo Milanesi, 19 agosto 2022

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