Esteri

Stallo armato e poco tempo rimasto: è iniziato il pressing su Kiev

Dopo oltre 600 giorni di guerra, si cerca una via d’uscita tra Ucraina e Russia: al via il “pressing” soft su Zelensky

zelensky armi Ucraina © Racide e DENIS Starostin tramite Canva.com

La controffensiva ucraina si è rivelata un flop e la guerra appare ormai cristallizzata. Sempre più fonti militari hanno definito la situazione attuale con la parola “stallo”: né RussiaUcraina sembrano in grado di produrre break decisivi e il conflitto si è trasformato in una ‘guerra di centimetri’. Secondo i principali analisti, Kiev ha tempo entro la fine del 2023, al massimo l’inizio del 2024, per virare verso un approccio negoziale. Per questo motivo è iniziato un “pressing” soft nei confronti di Volodymyr Zelensky.

Demoralizzato e deluso dagli alleati, il presidente ucraino sta attraversando il suo momento più difficile. Da qui la necessità di iniziare a valutare una trattativa con Vladimir Putin per porre fine al conflitto. Secondo quanto confermato dall’emittente statunitense Nbc, la comunità internazionale sta iniziando a indicare a Zelensky la via dei colloqui con la Russia così da chiudere la guerra iniziata oltre 600 giorni fa.

I contatti con Kiev avrebbero delineato un quadro molto ampio sui paletti che consentirebbero al presidente Zelensky di arrivare ad un accordo. Dopo un primo dialogo avvenuto ad ottobre nel corso del vertice del Gruppo di Contatto, le discussioni in corso rappresentano la naturale evoluzione delle dinamiche militari sul campo di battaglia. A preoccupare l’Occidente è lo stallo perenne, soprattutto per quanto concerne la possibilità di continuare a fornire aiuti all’Ucraina al ritmo mantenuto sino ad oggi.

Stati Uniti ed Europa hanno confermato sostegno e vicinanza all’Ucraina, ma la guerra va archiviata il prima possibile, soprattutto in assenza di sbocchi. La già citata controffensiva di Kiev non è mai decollata e l’arrivo dell’inverno è destinato a peggiorare ulteriormente la situazione: le condizioni in campo muteranno, rendendo assai complesso qualsivoglia avanzamento sul fronte meridionale e su quello orientale. Senza sottovalutare un altro fattore che potrebbe fare la differenza: i primi segnali di sofferenza in Ucraina, con proteste contro la prospettiva di ulteriori mobilitazioni.

Massimo Balsamo, 4 novembre 2023

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