Politica

Sul video del karaoke non prendo lezioni dai giornalisti militanti

I politici vogliono spiegare ai giornalisti come fare il loro mestiere. Mi hanno rotto i c…

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Pubblichiamo la trascrizione dell’intervista a Nicola Porro di Luca Telese e Giuliano Guida Bardi  per “L’attimo fuggente” su Giornale Radio.

Nicola Porro, dopo che hai pubblicato l’audio di Meloni e Salvini che cantano “La canzone di Marinella”, hai avuto migliaia di visualizzazioni. Forse milioni… Tutto il mondo ha visto i vocalizzi di premier e vice premier. Come ti è venuto questo colpo di genio e quanto ti è pesato diffonderlo?

È una storia molto semplice. Io faccio il giornalista. Ti faccio un esempio: uno di quelli che mi ha preso per il culo, si chiama Antonio Polito, nessuno lo conosce, ma io lo leggo sul Corriere della Sera. Antonio Polito da ragazzino era iscritto al Partito comunista leninista. Poi fu cacciato perché era iscritto a un circolo di tennis. Allora andò nel Partito comunista, poi si candida con il Partito populista, poi diventa direttore dell’Unità, poi fa il giornalista, poi ritorna a fare il senatore dell’Ulivo, e oggi dice a me: “Porro, ma che cazzo hai fatto? Che comunicazione hai fatto?”. Ecco la differenza tra Polito, e i tanti Polito che ci sono nel mondo del giornalismo, e il sottoscritto è che loro sono dei politici che per guadagnare due lire devono fare i giornalisti; io sono un giornalista che non farà mai il politico. Quindi io penso che la notizia sia una cosa fondamentale del nostro mestiere. Non so se è chiaro questo.

Non serbi rancore…

No, non è che io serbi rancore, è che io Polito lo prendo a calci nel culo! Ho 50 anni, mi hanno rotto i coglioni per tutta l’infanzia a farmi lezioncine, ma lezioncine da un comunista che mi deve spiegare come fare il giornalista, francamente a 50 anni non ne prendo! Se vuole giochiamo a tennis insieme, e gli faccio il culo anche a tennis. Ma lezioni di giornalismo da Polito, proprio no.

Sei un moderato…

Mi state sfottendo? C’è poco da essere moderati, se uno va a spiegare a te come si mangia a tavola, e tu sei un principe inglese, mentre l’altro è un cafone che non sa neanche tenere la forchetta e il coltello, beh, insomma, gli dici: “Senti, amico mio, magari prima impara tu a fare certe cose”. Quindi non c’è da essere moderati. La parola moderato è una stronzata, non si può essere moderati in un mondo in cui i politici vogliono spiegare ai giornalisti come fare il loro mestiere. Ti sembra una cosa accettabile questa? Il giornalista fa il giornalista.

Prosegui con il racconto. Cosa hai pensato in quel momento? Hai pensato che potesse avere questo effetto pazzesco?

Ragazzi, quella cosa l’hanno filmata 60 persone, non solo io. Quella scena e altre tre ore di festa. Avete presente quando arrivava Madonna negli Anni ’80 negli stadi? Ecco, lo stesso! Ma di che cosa stiamo parlando… Quella roba lì l’hanno filmata tutti, e sapete che dice il Presidente del Consiglio di questa roba qua? Lo dico molto semplicemente: “Io non farei nulla di cui vergognarmi, in privato o in pubblico, quando c’è un telefono davanti a me”. È chiaro il concetto?

Noi crediamo che sia assurda la polemica, ma chiediamo di sapere cosa hai pensato tu mentre accadeva?

È molto semplice. Io ho filmato non voyeurismo, ma per un semplice motivo: era pazzesco il salto di qualità rispetto a quello che Polito e i suoi amici scrivevano sui giornali la mattina. Ci avevano spiegato che Meloni e Salvini non si sopportavano più. Anche il retroscena del Corriere del giorno prima: “hanno litigato, non si parlano, ecc”.

E io sono l’estremista, mentre loro sono i giornalisti informati… Allora l’estremista, che sarei io, va a vedere quello che scrivono i giornalisti informati, che sarebbero loro, e vede che Meloni, Salvini e Berlusconi stanno a braccetto, mangiano insieme, si raccontano le cose, sorridono, si scambiano i regali. E allora tu dici: ma questi son quelli che dovrebbero litigare dalla mattina alla sera?

Anche perché eravamo in un ambiente informale, ci hanno raccontato mille cose, che ovviamente non dirò neanche sotto tortura, che facevano capire perfettamente che c’è una totale sintonia. Allora, quando ho visto la scena incriminata – ma hanno cantato tutti per tantissimo tempo…- quei tre minuti, la prima canzone che hanno fatto, l’ho registrata. Poi ho detto a uno di loro che avrei pubblicato un minuto e mezzo, perché secondo me questa cosa per me è una notizia e non potevo non pubblicarla.

Hai avuto delle critiche anche da qualcuno di centrodestra che dice, “ma Porro gli ha danneggiati. Cioè è entrato lì, non come giornalista, ma in una posizione di confidenza, e quello che è successo dopo ha danneggiato Salvini e Meloni”.

È la cosa che devi spiegare a Polito e a quelli come lui, capito? Ma che cazzo me ne frega a me di danneggiare il centrodestra?

È normale che il dibattito sia deflagrato, è la combinazione dei social, c’erano stati altri video di politici che cantano o è la polemica su Cutro? E poi tu hai preso una posizione durissima sul Governo a Cutro.

Perché non dovevano andare a fare il Consiglio dei ministri a Cutro. Ho detto che era una stupidaggine. L’ho detto a tavola, l’ho detto a loro, c’erano vari Ministri, e ho detto: “Ma come vi viene in mente di andare a Cutro dopo 15 giorni e fare il Consiglio dei ministri?”. È come se loro si sentissero in colpa, è come se loro avessero contribuito a quel disastro, è come se loro avessero una coda di paglia per una tragedia di cui loro non sono assolutamente responsabili.

Hanno ottenuto un effetto opposto a quello che volevano?

Ma certo. Tant’è che si vede, no?

Anche la visita di Mattarella allora è stata sbagliata?

No, no, no. È diverso. Mattarella rappresenta tutti gli italiani, il Presidente della Repubblica è al di fuori di ogni ragionamento politico, dal mio punto di vista. Rappresenta tutti, proprio tutti. Ha un ruolo istituzionale. Mattarella che va nel luogo di una tragedia mi rappresenta. Sono posizioni molto diverse. Il Presidente della Repubblica piange una tragedia, lo può fare anche il Presidente del Consiglio, ovviamente. Ma riunire lì il Consiglio dei ministri aveva un effetto simbolico dell’esecutivo. Magari sbaglio, ma è la mia opinione.

Ma se quel signore, a cui hai detto che volevi pubblicare un minuto e mezzo, ti avesse chiesto di non farlo, tu l’avresti pubblicato lo stesso?

Sì. Anche se noi non siamo delle bestie. Ci sono due tipi di giornalisti, quelli anglosassoni, tipo Wall Street Journal, che non te lo chiedono neanche. Se vai a mangiare con un giornalista del Wall Street Journal e gli dici a tavola “questo è off record”, non vale. Per loro l’espressione “off record” non esiste neppure e pubblica tutto quello che gli dici.

Io non faccio parte di quella categoria per un motivo egoistico, perché in un paese latino questo vorrebbe dire non vivere più. Non potrei uscire, non dovrei parlare con nessuno, e quindi non ce la faccio. Sarò anche stato un po’ democristiano a chiederlo, ma l’avrei pubblicato anche se mi avessero chiesto di non farlo.

È maieutica, la domanda, consente la seduzione. “Ma come, non lo vuoi pubblicare? Ma di che hai paura?”

Bravo, bravi, giusto. È chiaro com’è andata? Quante volte abbiamo fatto interviste così? Dai… Seconda cosa, io non ce l’ho con i comunisti, per carità. Ma è il politico che fa il giornalista che mi fa impazzire, capisci? Il Polito che mi insegna il giornalismo. Tu, per quanto mi riguarda, puoi essere anche di Lotta continua – anche se io li detesto – ma il punto è che se tu poi sei diventato parlamentare! Va benissimo, è un mestiere mostruosamente difficile da fare, ho rispetto. Anche se poi esci dal Parlamento quando cazzo ti fa comodo. Ma non vieni da me a farmi la lezioncina di giornalista. Eh no, amico mio, buono. Fai il parlamentare, fai l’assistente di D’Alema, fai queste cose qua.

Perché Berlusconi non ha cantato Charles Trenet? Cosa lo ha fermato?

Ho trovato Berlusconi in una forma splendida. Un’altra cosa che mi piace dire, perché i soliti scrivono che Berlusconi non ragiona, che è un vecchio un po’ rintronato. Invece Berlusconi è di una lucidità straordinaria. Straordinaria! Stava a tavola seduto con sua moglie, o quasi moglie, o compagna.

Beh, dire proprio ‘compagna’ a Berlusconi è sgradevole…

Sì, forse è vero. Abbiamo esagerato. Si avvicendavano a lui un sacco di persone, con grande rispetto, e lo ascoltavano. Abbiamo parlato del futuro di Mediaset…

Quindi non è vero che è il vecchio mal sopportato dalla nuova compagine di governo?

Quello è Crozza, non Berlusconi! Voi confondete la realtà con Crozza. A un certo punto mi sono avvicinato a Berlusconi e gli ho chiesto di Mediaset. Lui ha preso un pezzo di carta e si è messo a scrivere numeri. Gli ho chiesto: “Presidente, ma che numeri sta scrivendo?”. E lui: “Questo era il fatturato di Mediaset nel 2001, questo è oggi, questo è quello di Google, e questo è quell’altro…”. Ho detto: “Presidente, ma veramente mi sta parlando dei numeri di Google?”. Vi giuro, di una lucidità pazzesca. Preoccupatissimo dei monopoli digitali… Un discorso interessante articolato.

Raccontaci ancora di questa festa.

Non hanno cantato solo De Andrè. Ma per fortuna che ho ripreso solo la parte di De Andrè, perché dopo hanno intonato Battisti. Immaginatevi voi…

Sarebbe caduto il governo. Ma come mai ad una festa di compleanno gioiosa hanno cantato una canzone così triste? Perché ne conoscono le parole?

Semplicemente perché la Meloni conosce benissimo De Andrè.

La Meloni è ferrata anche su Guccini… Ma cos’altro hanno cantato?

È stata una festa a sorpresa. Molto sobria, anche se questo non c’entra niente con i morti… C’erano vari genitori con bambini di 6, 7 anni, tavoli familiari. Cioè era una un insieme di persone che si vogliono bene e che stanno lì…

Cappellini che ha scritto domenica “il karaoke della vergogna” su Repubblica.

Ho Letto Cappellini, Giannini non ce l‘ho fatta, onestamente. Ma Cappellini che è una persona che stimo, io penso sia un ottimo giornalista. Secondo me sono un po’ come nel 94, quando erano obnubilati dalla presenza del Cavaliere mascherato, di Berlusconi. Anche oggi c’è una cortina fumogena davanti ai loro occhi.

Dall’antiberlusconismo all’antimelonismo.

Sì. Però la Meloni ha una caratteristica che non avevano né Berlusconi, né Conte, né Renzi, né Grillo, tutte persone che hanno avuto fino al 40%, a parte Berlusconi, e poi sono tutti quanti crollati. E cioè che è una donna, e quindi saprà gestire questo rialzo del suo consenso in maniera molto più ragionata, meno superomistica di quanto hanno fatto gli altri che dal 40% velocemente sono scesi.

Nicola, l’ultima battuta, che cosa frigge stasera in pentola? Parlerai di questa storia?

Vi dico la verità, io ieri ne avrei voluto parlare perché la reazione a quello che è avvenuto, secondo me, è veramente assurda. Però ci sono dei nuovi morti e a me sembrerebbe incredibile che si discuta della canzone di Marinella. Incredibile. Dobbiamo discutere su come provare a risolvere questo problema. Ma se questi pensano di fare le manifestazioncine a Cutro con Mimmo Lucano…

Ma tu non eri garantista? Lucano è stato condannato solo in primo grado…

Non me ne fotte nulla. Il problema della condanna di Lucano non è tanto il primo grado, ma il fatto che lui ha buttato nel cesso un sacco di soldi pubblici. Non c’entra niente la condanna. Non è certo quello il modello con cui si salvano delle persone in mare.