Esteri

Tregua a Gaza, svolta vicina: i dettagli dell’intesa Israele-Hamas

Accordo ad un passo sulla liberazione degli ostaggi nelle mani dei terroristi palestinesi e sul cessate il fuoco a Gaza

Netanyahu Biden Gaza © pawel.gau tramite Canva.com

Dopo mesi di indiscrezioni, accordi saltati e voci mai confermate, sembra essere davvero concreta la svolta in Medio Oriente. L’accordo tra Israele e Hamas appare ad un passo sia per il cessate il fuoco, sia per la liberazione degli ostaggi nelle mani dei terroristi palestinesi dopo quindici mesi di prigionia e buio a Gaza. La conferma della fumata bianca vicina è arrivata direttamente dal presidente americano Joe Biden: “L’accordo è sul punto di essere chiuso, siamo sul punto di vedere finalmente realizzata una proposta che avevo presentato dettagliatamente diversi mesi fa”.

Nelle ultime ore ci sono stati “progressi significativi sui punti critici rimanenti” nelle ultime negoziazioni in Qatar, la sottolineatura di fonti a conoscenza del negoziato. Un’accelerata giunta dopo una notte cruciale a Doha, dove la svolta nei colloqui sembra essere stata raggiunta con l’incontro tra l’inviato del presidente eletto Donald Trump, Steve Witkoff, il primo ministro del Qatar al Thani e il direttore del Mossad David Barnea. Entrando nel dettaglio, al-Thani avrebbe incontrato i rappresentanti di Hamas, mentre Witkoff quelli di Israele. L’indicazione è stata chiara: in caso di fumata nera sia Hamas che Israele avrebbero pagato il conto.

Channel 12 ha riferito che la bozza di accordo è stata ricevuta da Israele durante la notte e che è stata ritenuta ampiamente accettabile. Il documento ha ottenuto il via libera anche dai leader dell’organizzazione terroristica palestinese all’estero. Ora tutto sarebbe nelle mani del capo de facto di Hamas, ossia Muhammed Sinwar, fratello del leader Yahya ucciso dall’Idf ed erede legittimo del terrore a Gaza. Una fonte di alto livello di Tel Aviv ha precisato sul punto: “La decisione che trasformerà i negoziati in un accordo definitivo è nelle sue mani”.

La Casa Bianca ieri ha fatto sapere che Joe Biden ha avuto un colloquio telefonico con l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani e che entrambi hanno sottolineato “l’urgente necessità di un accordo”. Dopo aver ricevuto a Doha gli inviati statunitensi, Al Thani ha ricevuto la delegazione di Hamas guidata dal capo negoziatore Khalil a Haya. Qualche ora più tardi, il capo dell’intelligence della Turchia Ibrahim Kalin ha parlato al telefono con i funzionari dell’ufficio politico di Hamas per discutere dei “progressi e dello stato attuale dei negoziati”. Un pressing su due fronti che avrebbe fatto centro, anche se manca ancora la firma definitiva.

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Entrando nei dettagli dell’accordo, i colloqui hanno acceso i riflettori su un piano in tre fasi. Per primi verranno rilasciati da Hamas i “casi umanitari”, ossia 33 rapiti tra cui donne, bambini, uomini sopra i 50 anni e malati (tra cui soldati feriti gravemente). Ricordiamo che sono ancora 98 gli ostaggi nei tunnel di Gaza. In cambio, Israele rilascerà 1.300 terroristi palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Previsto inoltre un cessate il fuoco di 42 giorni in totale. Il sedicesimo giorno è previsto l’avvio delle discussioni sulla seconda parte dell’intesa. Da valutare, invece, la presenza a Gaza di Israele durante e dopo l’eventuale tregua, con la nuova zona cuscinetto di circa un chilometro e mezzo lungo il confine della Striscia, mentre in precedenza era di 300 metri.

Su alcuni punti sarà necessario di un approfondimento. Israele ha ribadito che alcuni ergastolani palestinesi di peso non saranno scambiati con gli ostaggi, a cominciare dall’organizzatore dell’Intifada, Marwan Barghouti. Hamas, invece, vorrebbe riavere il corpo di Yahya Sinwar come parte della prima fase dell’accordo. Circostanza però smentita dalla fonte di Tel Aviv: “Israele non consegnerà il corpo del terrorista Sinwar ad Hamas come parte dell’accordo”. Questa mattina è previsto il nuovo round dei negoziati a Doha, mentre nel primo pomeriggio, alle 14.30, il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu incontrerà le famiglie degli ostaggi che sperano arrivi con la notizia dell’accordo.

Franco Lodige, 14 gennaio 2025

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