Esteri

La guerra in Ucraina

Ucraina, pure la Svizzera sguaina le sanzioni: oscurati i media russi

Lo Stato elvetico abbandona la sua storica neutralità e segue il sesto pacchetti di sanzioni Ue

russia svizzera

di Andrea Gebbia, da Ehrendingen (Svizzera)

La scorsa settimana, dopo lunghe discussioni, è stato varato il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia per cercare di arginare la sua macchina bellica contro l’Ucraina dopo più di 100 giorni di guerra.

Uno dei provvedimenti principali è la riduzione dell’importazione di petrolio russo del 90% entro l’inizio del 2023. Come riportato, tra gli altri, da Blick e da SRF News, anche la Svizzera ha adottato quest’ultimo pacchetto di sanzioni. Tuttavia questi nuovi provvedimenti toccano talvolta marginalmente la Confederazione Elevetica, che, ad esempio, non importa petrolio dalla Russia. Un’apposita commissione governativa, comunque, formata da membri dei ministeri dell’economia, delle finanze e dell’energia, valuterà gli effetti sulla Svizzera dell’embargo al petrolio russo.

Gli approvvigionamenti di petrolio greggio e oli minerali in Svizzera non sono comunque a rischio, come confermato da Fabian Bilger, il vice amministratore delegato dell’Associazione degli Importatori di Combustibili Avenergy Suisse. L’applicazione dell’embargo al petrolio russo non avrà conseguenze sull’unica raffineria svizzera, quella di Cressier (Neuchatel), o sullo stato generale dei rifornimenti di carburanti.

Il sesto pacchetto di sanzioni non riguarda solo il petrolio, ma anche la propaganda di Putin. Infatti viene vietata ogni forma di informazione con contenuti che siano stati creati o distribuiti da media russi come RT (l’ex Russia Today) o Sputnik. Il canale russo RT, che era ancora visibile in Svizzera, verrà subito oscurato.

Altro settore interessato dalle sanzioni riguarda il mondo delle banche: saranno proibiti servizi di audit e di consulenza di Società di origine russa o bielorussa. La Svizzera ha anche esteso le sanzioni sulle finanze e sulle restrizioni di viaggi a ulteriori 100 persone e Società che coincidono esattamente con la corrispondente lista emanata dall’Unione Europea.

Tra i “puniti” figura Aleksandra Melnitschenko, di passaporto serbo. La moglie dell’oligarca Andrei Melnitschenko si era vista intestare dal magnate in fretta e furia la sua Società Eurochem, riuscendo, fino ad ora, a sottrarsi alle sanzioni. Sulla lista dei personaggi sanzionati figurano addirittura alcuni militari responsabili del massacro di Bucha.

Infine, il governo svizzero ha approvato l’esclusione dal sistema Swift di altre quattro banche russe e bielorusse, tra cui la grossa Sberbank. Anche la lista di materiali di cui è vietata l’esportazione in Russia, per i loro possibili impieghi in campo militare, è stata ulteriormente estesa.

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